Il governo Draghi aumenta di 12 miliardi le spese militari e ne taglia 6 alla Sanità
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“In Italia deve aumentare la spesa militare” diceva il ministro della Difesa Lorenzo Guerini solo qualche giorno fa. E la Camera, con compattezza, ha votato un ordine del giorno – collegato al decreto Ucraina – che impegna il governo ad “avviare l’incremento delle spese per la Difesa verso il traguardo del 2% del Pil (oggi è all’1,5%, ndr), dando concretezza a quanto affermato dal presidente del Consiglio il 1 marzo e predisponendo un sentiero di aumento stabile nel tempo”.

Ma c’è di più. Il governo Draghi, in pratica, oltre “ad incrementare alla prima occasione utile il Fondo per le esigenze di difesa nazionale” ha tolto soldi e risorse all settore sanitario.

Spese militari: da 25 a 38 miliardi

I dati diffusi dall’osservatorio Milex sulle spese militari dicono che a regime si passerà dagli attuali 25 miliardi l’anno (68 milioni di euro al giorno) a 38 miliardi l’anno (104 milioni al giorno). A livello politico Nicola Fratoianni di Sinistra italiana ha detto che i “13 miliardi di aumento sono una scelta scriteriata”, in quanto il governo Draghi, tra l’altro, ha “previsto un taglio di 6 miliardi alla spesa sanitaria per gli anni 2023 e 2024”. E nessun cenno è arrivato da Leu, il partito del ministro della Salute, che ha votato per l’aumento delle spese militari: tutti i presenti hanno votato a favore dell’odg, da Bersani, a Fornaro e Fassina, contrario Nico Stumpo.

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A votare contro lo stanziamento di ulteriori risorse al settore militare anche il gruppo di Europa Verde, che conta 4 deputati. E che parla di una “richiesta vergognosa”. “I 27 paesi dell’Ue già oggi, secondo i dati SIPRI di Stoccolma, spendono 233 miliardi di dollari l’anno in spese per gli armamenti, più del triplo di quello che spende la Russia. In questi anni le spese militari sono cresciute del 9,6%: si tratta di una scelta eticamente inaccettabile di fronte alla grave crisi sociale e ambientale”, spiegano i portavoce verdi Angelo Bonelli e Eleonora Evi.

Un convinto no in aula è arrivato anche dalle 4 deputate del gruppo ManifestA (Doriana Sarli, Yana Ehm, Silvia Benedetti e a Simona Suriano), nato qualche settimana fa e gemellato con Rifondazione e Potere al Popolo. “Il voto della Camera dimostra che in Parlamento c’è il partito unico della Nato e della guerra. Inutile perdere tempo con il bipolarismo che è solo una truffa. Sulle questioni essenziali sono sempre d’accordo”, dice il segretario del Prc  Maurizio Acerbo. “Portare la spesa militare a 38 miliardi annui offende la nostra Costituzione e milioni di italiane/i che da anni subiscono le conseguenze dei tagli alla spesa sociale e sanitaria”. Contrario anche il gruppo di Alternativa.

La soddisfazione del governo Draghi

La Lega parla di “risultato storico”, e il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè di Forza Italia plaude all’“ulteriore passo avanti delle spese per la difesa che garantisce al paese una capacità di deterrenza e protezione”. Nei 5 stelle è calato il gelo. L’odg porta la firma del presidente della commissione difesa Gianluca Rizzo e del capogruppo Giovanni Luca Aresta (entrambi vicini al ministro Di Maio), ma Conte (e con lui la maggioranza dei senatori 5S) ha un’opinione diversa.

“Sarò controcorrente, ma non credo che questo sia il momento per puntare a investimenti nella difesa non preventivati, anche perché non è con una reazione emotiva a caldo che si risolve il problema dell’Ucraina”, ha detto Giuseppe Conte. “Ora abbiamo altri problemi, il caro bollette, il caro energia, una sofferenza economica che si trascina ancora dopo due anni di pandemia e che si sta acuendo. Dobbiamo quindi puntare agli investimenti green, nella ricerca, istruzione e sanità, non su nuovi armamenti”.

Il Pd è convinto: “Siamo conseguenti a un impegno preso da tempo in sede Nato”, dice al Manifesto il capogruppo Alberto Pagani. “Dal 2019 la spesa è salita da 21,4 a 25,9 miliardi e l’obiettivo è alzarla ancora gradualmente perché è sottodimensionata. La direzione è quella di investire in ricerca e tecnologia, dai droni ai satelliti alla cyber sicurezza: questi investimenti hanno ricadute positive anche nel settore civile e aiutano la nostra industria”.

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