Il processo si svolge a porte chiuse. Il collegio giudicante guidato dal presidente Marco ha deciso senza riunirsi in camera di consiglio.
I giudici decideranno quali testimoni ammettere e quali escludere nel processo in cui è imputato Ciro Grillo. La lista è lunga: una settantina di persone, tra cui la moglie di Beppe Grillo. Inoltre, dovrà essere stilato un calendario di udienze e l’avvocato Giulia Bongiorno è preoccupata dai tempi e chiede di accogliere tutte le intercettazioni. Tutte quelle emerse durante le indagini ed anche finite sui giornali perché gli interlocutori parlato coi giornalisti.
Si dovrà anche decidere se evitare che le due ragazze siano presenti in aula.
Come in altri casi con “audizioni protette”, in un’aula collegata in video col tribunale e gli avvocati.
I quattro imputati saranno chiamati in presenza, anche se nel rispetto della presunzione di innocenza il presidente del tribunale potrebbe decidere di farli entrare da accessi non raggiungibili dalle telecamere. Uno degli avvocati, però, ricorda che “in passato si sono fatti a porte aperte processi più scabrosi di questo. Anche se qui c’è una attenzione dovuta più alla declinazione politica perché uno degli imputati è il figlio del fondatore del M5s”.
Una quarantina di testimoni citati dalla Procura di Tempio Pausania, trentacinque dalle difese di Ciro Grillo e dei suoi tre amici genovesi (Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria) ed una mezza dozzina dalle parti civili, delle due ragazze milanesi che sarebbero state violentate dai quattro giovani la notte del 17 luglio 2019 nella villetta di Cala di Volpe (in Sardegna) in uso alla famiglia Grillo. E tra i testimoni del processo c’è anche la moglie di Beppe Grillo, il Garante dei 5S: Parvin Tadjik, che quella notte dormiva in un appartamento accanto. Anche se la donna, interrogata dagli inquirenti, ha sempre detto di non avere sentito nulla. La battaglia giudiziaria in aula ruota pure attorno ad undici trascrizioni di chat, messaggi e telefonate. Ancora da trascrivere.
Il cambio degli avvocati
Roberta è assistita da Vinicio Nardi di Milano. Il collegio difensivo degli imputati si è modificato nelle ultime 48 ore, quando ha rimesso il mandato Romano Raimondo, il decano del Foro di Genova che difendeva Corsiglia insieme all’avvocato Gennaro Velle. Al suo posto è subentrata Antonella Cuccureddu, di Sassari. Al momento Ciro Grillo è difeso da Andrea Vernazza ed Enrico Grillo, Edoardo Capitta da Ernesto Monteverde e Mariano Mameli, Vittorio Lauria da Alessandro Vaccaro.
Due perizie a confronto e contrapposte: la prima quella del professore Enrico Marinelli dell’Università La Sapienza, specialista in Medicina Legale, ingaggiato dalla famiglia di Silvia. Nella sua relazione scrive che la ragazza (all’epoca aveva 19 anni come la sua amica Roberta) è stata obbligata a bere vodka per poi essere stuprata dal gruppo e “non è possibile escludere abbia assunto la droga dello stupro”. L’altra perizia (non ancora depositata in tribunale) è di Marco Salvi, medico legale che in passato si è occupato del serial killer Donato Bilancia e del G8 di Genova, sostiene l’esatto contrario: “Quella sera la ragazza si reggeva sulle sue gambe… quindi si è trattato di rapporto consenziente…”.