Il documento dell’Esercito italiano è chiaro: “Valutare con attenzione i congedi anticipati”, assicurarsi che reparti in prontezza operativa siano “alimentati al 100%”.
Crisi Russia-Ucraina. E ancora: attività di addestramento “orientate al warfighting”, “provvedere affinché siano raggiunti e mantenuti i massimi livelli di efficienza di tutti i mezzi cingolati, gli elicotteri e i sistemi d’arma dell’artiglieria”. Le disposizioni “da attuare con effetto immediato” arrivano dal capo di Stato maggiore dell’Esercito in una lettera, a firma del generale di brigata Bruno Pisciotta, datata 9 marzo che cita “le evoluzioni sullo scacchiere internazionale”.
Un documento “ad esclusivo uso interno di carattere routinario”, secondo lo Stato maggiore dell’Esercito che così definisce la “lettera che sta circolando su alcune chat di messaggistica istantanea”. Un documento, prosegue lo Stato maggiore, “con cui il Vertice di Forza Armata adegua le priorità delle unità dell’Esercito, al fine di rispondere alle esigenze dettate dai mutamenti del contesto internazionale. Trattasi dunque di precisazioni alla luce di un cambiamento che è sotto gli occhi di tutti”.
Nulla di allarmante, ma la diretta conseguenza della grave crisi in Ucraina, secondo lo Sme. Ma il documento ha agitato Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione comunista – Sinistra Europa, che ha diffuso sui social la circolare dell’Esercito definendola “gravissima”.
“Siete pronti al warfighting? – scrive Acerbo – Il nostro esercito si prepara a combattere. È la dimostrazione lampante che il nostro Paese è già parte co-belligerante nel conflitto in corso. A questa sciagurata mobilitazione di truppe si aggiunga che ancora non è dato sapere che tipo di armamento stiamo inviando in Ucraina”. Il segretario ha chiesto che il governo “chiarisca immediatamente al Paese. Bisogna fermare – ha aggiunto – questa spirale di guerra”.
E ora gli occhi sono puntati sulla crisi Russia-Ucraina e sui tentativi della diplomazia internazionale. In particolare su Europa e America. Sono ore decisive per futuro del mondo e dell’assetto geopolitico.