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La denuncia, fatta da un cittadino, non ha sortito nessun interesse, almeno finora, da parte dell’Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente. L’associazione Codici ha prodotto un’istanza di accesso agli atti.

“È da diverso tempo che medito di inviare una lettera dove segnalo alcune situazioni di gravi irregolarità ambientali che si sono susseguiti negli ultimi decenni nel territorio in cui vivo con la mia famiglia”.

LA LETTERA

 

Inizia così la lettera che un anziano cittadino del Comune di Cepagatti ha fatto recapitare al Servizio Gestione dei Rifiuti della Regione Abruzzo, alla Provincia di Pescara, ai Comuni di Pianella e Rosciano, all’Arta e al Corpo Forestale dello Stato di Pescara. 

L’uomo, spiega nella missiva, racconta di essere venuto a conoscenza della discarica abusiva per mezzo della sua passione:”per molti anni, con amici e conoscenti, ho percorso in bici tutte le strade nazionali e comunali della zona, girando praticamente tutta la provincia di Pescara e Chieti”. E continua:”nei nostri ripetuti giri che abbiamo visto negli ultimi venti anni due scempi ambientali che è impossibile che abbiamo notato solo noi e per i quali nessun amministratore e nessuna guardia preposta non abbia mai fatto niente”.

Il riferimento è “ad una discarica privata realizzata nel Comune di Rosciano sulla strada della bonifica nel lato che confina con il fiume Pescara e alla discarica pubblica del comune di Pianella vicino a Villa Badessa”.

“Mi sono convinto – spiega l’uomo – solo adesso a scrivere perché ho visto quello che sta succedendo a Bussi e perché ho letto sui giornali che vogliono bonificare la discarica di Pianella con meno di centomila euro. A mio modo di vedere la cosa è molto preoccupante perché vorrebbe dire che a Pianella al posto di eliminare l’inquinamento potrebbero ricoprirla come hanno fatto a Bussi. A Rosciano è accaduto di peggio: sono state depositate tonnellate e tonnellate di rifiuti senza nemmeno ricoprirli”.

L’autore della lettera ricorda anche un particolare molto rilevante:”durante i lavori di deposito del materiale inquinante i cardiofrequenzimetri delle nostre bici andavano subito in tilt”.

ACCESSO AGLI ATTI DI CODICI

L’associazione Codici, appena appresa la notizia e visto l’immobilismo che circonda la vicenda, ha inviato all’attenzione del sindaco e del segretario Comunale una istanza di accesso agli atti in merito alla “presunta discarica abusiva realizzata nel Comune di Rosciano”.

 

 

Dall’istanza si apprende che al sindaco ci sono voluti ben 9 giorni, dalla ricezione della missiva anonima, per comunicare la nota “ai sottoscritti e per conoscenza al segretario comunale”. Ben 9 giorni per spostare una carta da un ufficio all’altro. 

Il responsabile dell’area tecnica, Mario Crivelli, con il responsabile dell’area vigilanza, Mario Sanelli, hanno fatto vari incontri sia con la Forestale di Torre de Passeri sia con il Comando di Polizia Provinciale. I funzionari del Comune ammettono di aver “effettuato sopralluoghi” notando “solo diversi ammassi di materiale ‘biancastro’ abbondantemente ricoperti dalla vegetazione”.

Fin qui l’ente comunale con le varie parti chiamate in causa hanno avuto modo di constatare ciò che l’anziano signore aveva dichiarato nella lettera. La cosa sconvolgente, leggendo la risposta del Comune, arriva ora.

“Da una ricerca sia informatica sia manuale della documentazione presente in archivio non risulta ai sottoscritti che per l’area in questione sia stata mai presentata al Comune di Rosciano pratica di autorizzazione/comunicazione di attività sull’area in questione”. Quindi, ricapitolando, Comune, Forestale e Polizia Provinciale si sono accorti che, forse, c’é qualcosa che non va in quell’area. Sulle carte pare non ci sia nulla che possa far luce sulla questione ma uno dei responsabili dei settori ricorda che “tra il 1996 e il 1997 furono scaricati materiali derivati dalla cellulosa e destinati all’attività di lombricoltura” e che in seguito “l’area fu sequestrata dal Corpo Forestale”.

L’ARTA CHIEDE CONTROLLI MA POI SCAPPA

Esattamente due mesi dall’arrivo in Comune della segnalazione l’Arta ha deciso un sopralluogo “non effettuato per mancanza di tecnici dell’Agenzia Regionale”. Le comiche continuano con un nuovo appuntamento, sempre deciso dall’Arta, questa volta non sull’area in questione ma direttamente al Distretto dell’Azienda Regionale di Chieti. L’incontro svolto è stato “tecnico-ricognitivo al quale hanno preso parte i funzionari Marinelli, Mancinelli, e Carlucci insieme a Crivelli del Comune di Rosciano e Silvio Sergiacomo delegato del proprietario dell’area.

I MISTERI DELL’AREA

Nella riunione sostanzialmente non si è risolto nulla. La proprietà riferisce di aver dato in affitto il terreno ad una società (al momento sconosciuta) per “attività di lombricoltura mediante utilizzo di materiale derivanti dalla cellulosa”.  

Arta e Comune hanno chiesto alla proprietà di fornire documentazione per ricostruire quanto accaduto e solo il 7 maggio l’Arta Abruzzo ha invitato a procedere “all’attuazione del piano delle indagini ad opera del soggetto proprietario delle aree”.

POSSIBILI MATERIALI RADIOATTIVI

Con le piogge l’area si è allagata per diversi giorni e tutti i veleni si potrebbero essere riversati nel fiume e raggiunto il mare. È un’ipotesi che viene illustrata nella lettera anonima ma che se trovasse conferma come negli altri fatti sarebbe molto grave.

Perché i vigili non hanno mai controllato l’area? Come mai il Comune di Pianella non si è mai accorto dei quintali di rifiuti presenti in quell’area? Se ci fossero elementi radioattivi è pensabile che Arta, Comuni, Regione e Forestale perdano tutto questo tempo? Nove giorni per recapitare una lettera da un ufficio all’altro del Comune di Rosciano; 3 mesi per decidere cosa fare. Quanto tempo ci vorrà per capire se su quell’area, all’insaputa di tutti, mafia, sacra corona e ‘ndrangheta abbia messo mai piede?

Per una volta gli uomini delle istituzioni e i dipendenti pubblici processassero il tumore italiano e non impegnassero uomini e mezzi per multare la povera gente.

Antonio Del Furbo 

 

 

 

 

 

 

 

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