Per il presidente americano, Joe Biden, “La guerra in Ucraina è imminente“. A ribadire la drammatica situazione il Segretario di Stato, Antony Blinken e il capo del Pentagono, Lloyd Austin.
Riguardo a Russia e Ucraina Blinken ha detto al Consiglio di sicurezza dell’Onu che “l’invasione sta per cominciare. I russi sganceranno missili e bombe su tutto il territorio; i ‘cyber attack’ manderanno in tilt le istituzioni chiave; i carri armati e i soldati russi avanzeranno verso obiettivi prefissati”. Da settimane i generali e servizi segreti americani, in stretto contatto con i colleghi di Kiev, stanno esaminando diversi scenari.
E che sono quattro: dal più minimalista al più devastante.
Scenario 1: l’invasione del Donbass
L’operazione considerata più probabile è anche la più semplice per Mosca. Del resto, dal territorio arrivano segnali inquietanti, come i colpi di mortaio sparati giovedì 17 febbraio contro un asilo. I soldati russi potrebbero entrare ufficialmente nel Donbass, la regione dell’Est Ucraina che controllano di fatto dal 2014. Non ci sarebbero scontri con la linea di difesa ucraina, attestata a ovest di Donetsk, la capitale della regione. Le formazioni filorusse accoglierebbero come «salvatori» i carri armati con le insegne di Mosca.
L’11 maggio 2014 ci fu un referendum farsa per sancire «l’indipendenza» del Donbass dall’Ucraina. Finora Vladimir Putin non ha accolto l’invito della Duma , il parlamento russo, che avrebbe voluto dichiarare in modo unilaterale l’annessione del Donbass alla Federazione russa. Certo, gli occidentali non riconoscerebbero il cambio di status giuridico nell’Ucraina orientale, come è accaduto nel marzo 2014 per la Crimea. Ma il punto è capire se l’esercito ucraino abbia la forza per andare a riprendersi il Donbass. La risposta di Putin, oggettivamente fondata, è «no». Americani ed europei potrebbero dividersi sull’entità delle sanzioni contro la Russia.
Scenario 2: l’offensiva ibrida verso Kiev
Si tratta dello scenario più realistico e più angosciante: l’attacco a Kiev. Nelle ultime ore prima il consigliere per la Sicurezza, Jake Sullivan, poi lo stesso Blinken, hanno prefigurato il bombardamento della capitale ucraina (2,8 milioni di abitanti). Le forze russe ammassate in Bielorussia, secondo il Pentagono, sarebbero pronte per marciare verso Kiev. Putin potrebbe anche ordinare un’offensiva ibrida. Partirebbe una sequenza di incursioni telematiche, con l’obiettivo di mettere fuori uso la rete del riscaldamento domestico e le telecomunicazioni. A quel punto la capitale precipiterebbe nel caos. I filorussi, che sarebbero già all’opera, uscirebbero allo scoperto, manovrando in Parlamento per rovesciare il governo di Volodymyr Zelensky.
Scenario 3: il controllo del Mar d’Azov
L’ipotesi Donbass ha una variante più aggressiva. I russi non si accontenterebbero dell’annessione, ma porterebbero a termine un piano concepito nel 2014 e poi abbandonato. Ovvero espandersi verso Sud, conquistando la città portuale di Mariupol (477 mila abitanti) e arrivando fino alla Crimea. Mosca avrebbe il pieno controllo del Mar d’Azov e priverebbe l’Ucraina di un importante sbocco commerciale, anche se non vitale come quello sul Mar Nero. Nello stesso tempo il Cremlino risolverebbe i problemi di rifornimento della Crimea, finora collegata alla nuova madrepatria solo da un ponte stradale e ferroviario.
Scenario 4: obiettivo Odessa
L’offensiva russa potrebbe partire anche dal Mar Nero, dove, come ha notato ieri il capo del Pentagono, Lloyd Austin, la flotta russa ha “perfezionato il posizionamento”. Mosca può contare anche sulla base navale militare di Sebastopoli, in Crimea. Si può immaginare se non un vero blocco dei traffici, almeno pesanti azioni di disturbo sulle rotte che portano ad Odessa. La città ucraina è anche uno snodo fondamentale per l’economia del Paese. Dal suo porto transita circa il 50% dell’import-export del Paese. Da qui salpano i cargo con grano, carbone e metalli. Qui approdano i beni di prima necessità.