“Non ho mai lavorato in quell’azienda”: Domenica Pelleriti è il simbolo nella Cisl di Bergamo. Ha fatto attività sindacale dal 2006 fino al 2017, anche in segreteria provinciale con Gigi Petteni e Ferdinando Piccinini.
Domenica Pelleriti agli investigatori della Guardia di finanza di Milano ha ammesso che la sua assunzione, risalente al 1991 e terminata appunto nel 2017 da parte della Serist (Servizi di ristorazione Srl, in liquidazione), era fittizia. Domenica Pelleriti ha anche detto che la sua era un’assunzione nata nell’ambito della Cisl di Milano. Si tratta del periodo di quando aveva iniziato a fare attività sindacale, poi mantenuta nel periodo bergamasco. Oggi è uno dei nove casi che la Procura del capoluogo lombardo qualifica come truffa aggravata ai danni dell’Inps. Un reato che ha portato il giudice delle indagini preliminari a disporre un sequestro preventivo di oltre 600 mila euro. Di questi, 132 mila a carico della Cisl di Bergamo.
Il meccanismo
Secondo l’inchiesta della Procura di Milano, la Cisl sarebbe ricorsa all’istituto dell’“aspettativa sindacale non retribuita”, ma con fittizie assunzioni di lavoratori (poi in distacco sindacale) presso aziende compiacenti, senza quindi che venisse svolta alcuna attività lavorativa nei 6 mesi precedenti (condizione imposta dalla legge) e dunque lucrando il risparmio dei contributi previdenziali figurativi versati per legge ai lavoratori dall’Inps.
Il trucco riguarda tutti e nove i casi contestati nell’inchiesta. Sindacalisti che a inizio carriera vengono fatti figurare come assunti da aziende ritenute vicine alla Cisl, per poi usufruire in breve tempo, anche meno dei sei mesi previsti dalla legge. Operazione che in gergo si definisce “distacco”, ufficialmente “l’aspettativa non retribuita”. L’azienda che ha assunto per finta non paga più nulla. L’Inps invece versa tutti i contributi previdenziali e il sindacato paga l’indennità per il ruolo svolto dal sindacalista. Ma, appunto, la copertura pensionistica è tutta a carico dello Stato.
L’inchiesta
“Resta naturalmente da capire perché le imprese private si prestino ad assecondare questo meccanismo che per loro è in perdita“ visto che per 6 mesi pagano un lavoratore senza che questi faccia niente, si domanda la gip Anna Calabi. Il giudice ha convalidato il sequestro preventivo di 600 mila euro chiesto dal pm Paolo Storari ed eseguito dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della GdF sui conti di sigle Cisl territoriali o di categoria quali Cisl Milano Metropoli, Filca Metropoli, Fim Metropoli, Fim Laghi, Unione sindacale territoriale Bergamo, Femca Laghi, Femca Lombardia, Femca Metropoli, Femca Brianza, Felsa Lombardia, Fisascat Lombardia.
Il reato
Per gli inquirenti l’ipotesi di reato è truffa allo Stato. A essere indagati sono una dozzina di sindacalisti, mentre il corrispondente illecito amministrativo non può essere contestato alle associazioni sindacali perché queste svolgono funzioni di rilievo costituzionale e come tali sono dunque escluse dall’ambito di applicazione della legge 231. Un funzionario sindacale ha spiegato che già nel 2016 aveva rivolto alla Procura un esposto dopo che da dirigente della Fisascat Cisl Lombardia “avevo visto una serie di situazioni che non mi erano piaciute e che mi avevano fatto riflettere sul lasciare l’incarico”.
Gli amici
Un esposto che finì all’epoca in una archiviazione chiesta da un altro pm. Ora negli atti di questa nuova indagine sono molti i lavoratori che mettono a verbale lo stesso tipo di racconto: “No, non ho mai lavorato per questa tal società, ma risultavo assunta come impiegata, è stato un impiego fittizio, ci ho messo piede fisicamente tre volte e solo per firmare il contratto“. Oppure: il tal dirigente sindacale “mi disse che, per risparmiare, mi avrebbero fatto assumere da una società di ‘loro amici’ e dopo 6 mesi mi avrebbero distaccato in ‘legge 300‘”. Impaurita di perdere il posto una volta andata in liquidazione l’impresa dalla quale era stata (in teoria) assunta, una lavoratrice si sarebbe sentita dire da un sindacalista: “Hai firmato tu il distacco sindacale e quindi sei anche tu responsabile. Nella vita esistono due tipi di uomini, i liberi e i servi”.
Le indagini
“Fatti risalenti nel tempo e a noi sconosciuti — commenta il segretario generale Cisl Luigi Sbarra —. Attendiamo l’esito degli accertamenti con piena fiducia del lavoro della magistratura, e al contempo grande rispetto per la presunzione di innocenza garantita dalla Costituzione ed ancora ieri ribadita da una legge voluta dall’attuale governo e approvata dal Parlamento”.
Bergamo e Milano
Assunta da un’azienda di ristorazione, Pelleriti era arrivata a Bergamo a inizio 2006, dopo aver sempre fatto attività nei tessili. In via Carnovali era diventata proprio segretaria di quella categorica, la Femca. E sia nella segreteria di Petteni sia in quella successiva di Piccinini si era occupata anche di immigrazione e integrazione. Undici anni, prima di uscire dal sindacato, in cui nessuno le aveva chiesto conto di quella assunzione e relativa aspettativa dalla Serist.
Ai Finanzieri di Milano Domenica Pelleriti ha raccontato:
“Tra il 1990 e il 1991 fu l’allora segretario Filta di Milano, Giovanni Roveti, a propormi di lavorare per la Serist di Cinisello Balsamo, per il tempo necessario al distacco, giusto tre mesi”.
E alla domanda posta dai militari “se avesse mai davvero lavorato alla Serist”, come riporta il provvedimento di sequestro del gip: “No, non ho mai lavorato per questa società. Ma risultavo assunta come impiegata. È stato un impiego fittizio. Sono stata alla Serist giusto tre volte”.
Per la Procura di Milano le parole di Pelleriti, così come di altri «assunti» poi distaccati, rappresentano un’ammissione piena del meccanismo finito sotto la lente degli investigatori. Per il gip la cifra complessiva, in 26 anni, è di 164 mila euro, solo per la Pelleriti. L’ammontare più alto sui nove casi contemplati. I 132 mila richiesti alla Cisl di Bergamo riguardano la sua posizione e il appunto il periodo di permanenza e attività in via Carnovali. L’ex dirigente della Cisl di Bergamo non risulta indagata in nessun atto. Gli iscritti nel registro dei pubblici ministeri sono, al momento, i sindacalisti e funzionari che proposero le assunzioni.