“Preferisco far parlare gli atti quando infuria una bufera mediatica. Sono abituato a pesare le parole e quindi valgono le decisioni che abbiamo preso nell’ufficio di presidenza. Non mancheranno altre occasioni per parlare con la stampa, soprattutto quando la commissione verrà a Siena, il 21 dicembre, per i rilievi dei tecnici del Ris”.
Così parla il presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di David Rossi, Pierantonio Zanettin. Persona misurata – evidentemente – e che sa benissimo di quanto sia importante l’inchiesta sulla morte di David Rossi. Poche chiacchiere, quindi, e tanti fatti. E di fatti la Commissione ne ha prodotti, in pochissimo tempo, più di otto anni di indagini della magistratura.
E Zanettin, evidentemente, ha idee chiare anche in merito al “sistema giustizia” governato dalle correnti politiche dei magistrati. A partire dall’aumento dei consiglieri togati di quattro unità nel Csm, nelle intenzioni del ministro, che darebbe così più spazio alle minoranze. Con l’aumento dei posti in Plenum il via libera togato alla riforma del Csm dovrebbe essere cosa fatta. Gli emendamenti al testo in discussione alla Camera, a questo punto, potrebbero arrivare già in Consiglio dei ministri alla Vigilia di Natale.
“Ho apprezzato la disponibilità della ministra Cartabia al dialogo che proseguirà nel confronto in Aula” ha detto Zanettin, capogruppo di Forza Italia in Commissione giustizia alla Camera prima di entrare a Palazzo San Macuto per le audizioni sulla morte di David Rossi.
“Alla ministra – ha aggiunto Zanettin – ho ribadito che Forza Italia continua a sostenere la proposta del sorteggio temperato per l’elezione della componente togata del Csm. Ed ho confermato la richiesta che i magistrati eletti in politica non tornino più a fare i giudici e che in uscita debbano essere loro prospettate diverse soluzioni alternative, compresa l’avvocatura di Stato”. “Pretendiamo inoltre che venga limitata ad una sola volta, ed entro i primi quattro anni di carriera, la possibilità di passare da pm a giudice o viceversa”, ha quindi concluso il parlamentare vicentino.
La Commissione su David Rossi
La Commissione, dunque, procede a gonfie vele. Il 21 dicembre ci sarà, a Siena, verrà nuovamente simulata la caduta di David Rossi grazie a un avveniristico sistema. Grazie alla collaborazione tra il Ris dei carabinieri e l’università, è in grado di riprodurre nel dettaglio la dinamica della tragedia di quella sera, compresi il buio e la pioggia. Il giorno dopo, il 22 dicembre, verranno ascoltati quattro ufficiali dei carabinieri. Il 13 gennaio verrà ascoltato l’ex presidente di Banca Mps Giuseppe Mussari, il 20 gennaio il pm Antonino Nastasi. Gli altri due pm, Natalini e Marini, saranno ascoltati, invece, dopo l’elezione del presidente della Repubblica.
L’attenzione sul Pm Antonino Nastasi
L’inchiesta, al momento, registra un primo importante elemento che – per otto anni – non è stato preso in considerazione dai magistrati che si sono occupati della morte di Rossi. In audizione il colonnello Pasquale Aglieco riferisce fatti sconcertanti.
La notte della morte di David Rossi, il pm Antonino Nastasi rispose ad una telefonata della parlamentare Daniela Santanchè, arrivata proprio sul cellulare dell’allora manager della comunicazione della Banca Monte dei Paschi di Siena. Aglieco, all’epoca dei fatti comandante provinciale di Siena, getta ancora ombre sulla gestione delle indagini della magistratura. Otto anni dopo la morte di Rossi, emerge che Aglieco poco dopo la tragedia era nell’ufficio del manager, insieme al pubblico ministero Nastasi. E non sapeva che un suo carabiniere aveva consegnato al fratello di David il portafoglio del manager, senza procedere al sequestro e a una eventuale analisi.
La telefonata
Nastasi rispose mentre era nell’ufficio di David Rossi. Luca Migliorino, parlamentare del Movimento 5 Stelle, ha chiesto ad Aglieco se il telefono di David Rossi aveva squillato mentre lui e il pm erano all’interno dell’ufficio. Aglieco riferisce che arrivarono due chiamate, una del giornalista di Tommaso Strambi e un’altra della parlamentare Daniela Santanchè. Rispetto alla prima i suoi ricordi sono stati “inquinati” dal fatto che ha ascoltato l’audizione di Strambi che proprio davanti la commissione ha raccontato che provò a chiamare Rossi. Più nitida la seconda telefonata:
“Mi sembra di ricordare che a rispondere fu il dottor Nastasi. Gli avrà solamente detto che era il pubblico ministero…”.
Migliorino chiede all’ufficiale dei carabinieri se è normale che si risponda ad un telefono in una circostanza del genere. Aglieco:
“Francamente non lo so, perché non è previsto da nessuna parte né sì né no. Se sia opportuno forse…”.
La telefonata con Santanchè durò 38 secondi
Aglieco: “E quindi vuol dire che ci ha parlato il dottor Nastasi. Le avrà detto che era il pubblico ministero e che…”.
Migliorino: “Peccato che in nessuna relazione è stato riportato che aveva risposto a Santanchè”.
Aglieco: “Secondo la legge il pubblico ministero è signore e padrone della scena del crimine. Se decide di spostare una bottiglia o rispondere ad una telefonata poi non è che deve fare una relazione per giustificare a se stesso quello che ha fatto. Lui ne risponde al giudice, quando fa la richiesta di archiviazione o di rinvio a giudizio, racconterà quello che è successo. Il giudice vedendo i tabulati potrebbe contestare”.
Migliorino: “Però ha toccato il telefono. E se uno voleva prendere le impronte digitali su quel telefono, è stato normale toccarlo?”.
Aglieco: allarga le braccia.
La consegna del portafogli
Ad Aglieco viene chiesto se è stato normale che un militare abbia recuperato il portafoglio di David Rossi. E lo abbia consegnato al fratello prima dell’arrivo della Scientifica.
Aglieco: “No. È avvenuto?”
Migliorino: “Se è stato un carabiniere gliel’avrebbe dovuto dire?”.
Aglieco: “Sì, secondo me non lo avrebbe nemmeno dovuto fare, visto che non era la nostra la scena del crimine”
L’ufficiale risponde ancora una volta sì quando gli viene domandato se a suo avviso il portafogli doveva essere sequestrato e spiega anche che eventualmente andava esaminato.
L’ex comandante provinciale dei carabinieri, sempre in audizione parlamentare, riferisce di essere arrivato in vicolo di Monte Pio, “dopo aver comprato le sigarette in piazza Matteotti e aver seguito una volante della Polizia”. La sua presenza è testimoniata dalle dichiarazioni dall’agente di polizia, Livio Marini, ma come ha fatto notare Migliorino, “non esistono altri riscontri”. L’ufficiale ha quindi raccontato di aver accompagnato i magistrati nel sopralluogo dell’ufficio del manager:
Aglieco: “Quando siamo entrati, il pm Nastasi si è posizionato sulla sedia di Rossi e ha iniziato a inquadrare la scena, poi con una penna ha rovistato nel cestino, prima di rovesciarlo sul tavolo. I rilievi sono stati fatti solo dai magistrati. Per me comunque quello non era un sopralluogo. Quello è stato fatto dopo dalla Scientifica”.
Dichiarazioni secretate
“L’ufficio di presidenza della commissione ha deliberato la trasmissione al Consiglio superiore della magistratura, al Procuratore generale presso la Cassazione e alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Genova – recita la nota della Commissione d’inchiesta – copia dei resoconti stenografici, anche nella parte segreta, dell’audizione del colonnello dei carabinieri Pasquale Aglieco, che si è svolta il 9 dicembre, di quella del luogotenente dei carabinieri Roberto Nesticò, avvenuta il 2 dicembre, dell’assistente capo coordinatore della Polizia, Federico Gigli, del vice ispettore della Polizia, Livio Marini e dell’assistente capo coordinatore della Polizia, Federica Romano, che si sono svolte il 25 novembre”.
Tutti presenti nell’ufficio di David Rossi dopo la morte
Tutte audizioni secretate in gran parte, dalle quali sono emersi dettagli interessanti soprattutto sui due sopralluoghi nell’ufficio di David Rossi dalle 21.25 alle 22.10 e da mezzanotte e 45 del 6 marzo 2013. In quelle testimonianze di Livio Marini e Federico Gigli, i primi a salire al terzo piano del Monte dei Paschi e a girare il primo video, c’è l’elenco completo di chi era presente. Oltre ai tre pm Antonino Nastasi, Aldo Natalini e Nicola Marini, quattro o cinque carabinieri e i due agenti di polizia.
La presenza del colonnello Pasquale Aglieco, assieme al tenente colonnello Rosario Mortillaro, al comandante del nucleo operativo Giuseppe Manichino, l’altro ufficiale Edoardo Cetola e il luogotenente Marcello Cardiello è stata giudicata dalla commissione decisiva per inquadrare cosa sia accaduto. Cioè se Aglieco ha detto la verità sui pm. Per avere altre testimonianze e per confermare o correggere la versione del colonnello Aglieco, i quattro ufficiali dei carabinieri saranno ascoltati il 22 dicembre.
Altro particolare interessante, il dissidio sulla competenza delle indagini che il pm Nicola Marini avrebbe risolto quella notte, assegnandole come da protocollo alla questura. L’ufficio di presidenza della commissione ha inviato al Csm, al procuratore generale della Cassazione e alla procura di Genova anche la copia delle 121 foto scattate dall’assistente capo della polizia Federica Romano oltre ai due video girati nel corso del sopralluogo dalle 22.50 nel vicolo Monte Pio, dove c’era il cadavere di David Rossi con lo staff di Medicina Legale, e alle 0,45 nell’ufficio di Rossi. 61 foto e due video in più di quelle elencate negli atti, dove c’era la descrizione di solo 60 foto.