La data per capire se l’Austria riuscirà a rivoluzionare i suoi trasporti pubblici è quella di fine di ottobre. Quando il nuovo sistema tariffario entrerà in vigore a pieno regime.
Il KlimaTicket è in prevendita e viene celebrato come un piccolo miracolo politico-amministrativo. Sostanzialmente, i cittadini potranno utilizzare i mezzi sull’intero territorio nazionale e senza limiti, a un prezzo che equivale a tre euro al giorno. Si tratta di un “biglietto climatico” annuale che costerà 1.095 euro – in promozione a 949 euro – . Sarà valido per ferrovie, metropolitane, autobus, compresi quelli di reti private, sia nelle città sia nel resto del Paese. Sono previste, inoltre, promozioni per alcune categorie.
L’annuncio del ministro Leonore Gewessler
Ad annunciare la misura – dopo anni di dibattito e trattative – è stato il ministro Leonore Gewessler, che nel governo federale si occupa di clima, ambiente, energia, mobilità e innovazione tecnologica. Nonostante i dati della Commissione europea mostrino che gli austriaci, in termini di chilometraggio pro capite, sono già i maggiori utenti di trasporto pubblico nel continente, il partito dei Verdi considera il “biglietto climatico” uno strumento importante per abbattere le emissioni inquinanti. E per rilanciare la propria agenda nell’ambito della coalizione con i Popolari del cancelliere Sebastian Kurz.
L’accordo con gli operatori è stato raggiunto da poco. Un accordo complicato per il numero di operatori e compagnie da convincere. Per sovvenzionare il progetto, l’esecutivo ha stanziato 96 milioni di euro nell’immediato e 150 milioni l’anno a partire dal 2022. L’obiettivo è arrivare a quota centomila abbonati. Perché – come conferma Greenpeace – i trasporti generano circa un terzo della CO2 prodotta a livello nazionale e sono un settore su cui intervenire con urgenza.
Ci sono, però, voci critiche. Secondo il Financial Times, il KlimaTicket non mantiene la promessa fatta dai Verdi di rendere disponibili i trasporti a due euro al giorno in due regioni austriache e alla metà in una sola regione. Esponenti dell’opposizione sostengono che il problema più grosso è la scarsa capillarità della rete. E che sono necessari investimenti significativi per le infrastrutture e che occorre incentivare soprattutto le persone che non si servono normalmente dei mezzi pubblici.