Il progetto “MigrArti” è finanziato con 385.361,15 euro da Ales S.p.a., società controllata al 100% dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
L’approvazione dei fondi destinati a “MigrArti” è avvenuta con un decreto firmato dal ministro Dario Franceschini il 1° ottobre 2020 durante il governo Conte. Ufficialmente nato per “contribuire alla valorizzazione e alla diffusione delle culture di provenienza delle comunità di immigrati stabilmente residenti in Italia”, la realizzazione concreta del progetto è stata di ben altro tenore. Come spiega la Borgonzoni al Giornale “questo progetto non andava rifinanziato poiché viene utilizzato come uno strumento contro chiunque voglia gestire l’immigrazione. A suo tempo era Salvini, preso di mira da parte di alcune associazioni che hanno partecipato a questi bandi, oggi potrebbe essere Draghi per le sue politiche verso la Libia. Sono avvenute prese di posizioni molto violente da parte di alcuni vincitori del bando che non dovrebbero ricevere finanziamenti pubblici”.
E altre due questioni sono sul tavolo.
Anzitutto l’opportunità di finanziare con quasi 400mila euro un progetto del genere visto il particolare momento che sta vivendo il mondo dello spettacolo e della cultura a causa del Covid. Con intere compagnie teatrali in ginocchio e un settore in forte difficoltà, utilizzare risorse pubbliche per un bando divisivo è quantomeno inappropriato. Leggendo le finalità di Ales “orientate a supportare il Ministero della Cultura in numerosi progetti di miglioramento delle condizioni di fruibilità del patrimonio archeologico, artistico, architettonico, paesaggistico e archivistico e bibliotecario italiano”, è lecito chiedersi quale contributo alla cultura italiana possa offrire un bando vinto in passato da alcune realtà che, invece di combattere l’odio, sono state esse stesse fautrici di interventi e posizioni violente.