Andrea Scanzi torna a Cartabianca su Rai Tre dopo una breve pausa forzata.
La vicenda
E le polemiche sulla vaccinazione di Andrea Scanzi continuano. Domenica scorsa un’inchiesta andata in onda su Non è l’Arena, il programma condotto da Massimo Giletti su La7, aveva svelato come fosse stato proprio il cronista del Fatto Quotidiano a contattare, di propria iniziativa, il suo medico di base, Roberto Romizi, per potersi vaccinare. Secondo il medico Scanzi avrebbe espresso la volontà di ricevere la dose per via dei genitori anziani e fragili. Ma il dottore ha detto di non conoscere i genitori e che il giornalista non avrebbe mai fatto cenno al suo ruolo di “caregiver”.
Romizi ha poi provveduto a mettere Scanzi in contatto con la Asl di Arezzo. Il cui direttore, Evaristo Giglio, qualche settimana fa aveva chiarito come per la vaccinazione del giornalista si fosse “trovata una situazione convincente, avanzando queste due dosi e con lui che da tempo aveva chiesto di essere chiamato come ‘panchinaro’”. “Prima non era mai stato preso in considerazione – aveva aggiunto Giglio – perché per quanto mi riguarda si poteva aspettare anche un altro mese o forse un altro anno”.
Il ritorno in Rai di Scanzi
Dunque, secondo le parole del direttore della Asl aretina non ci sarebbe stato alcun problema se il giornalista si fosse messo in fila come tutti gli altri. Oggi, però, a far discutere c’è anche il ritorno di Scanzi a Cartabianca su Rai Tre, dopo la sospensione come opinionista dal programma di Bianca Berlinguer qualche settimana fa, proprio per l’inchiesta legata al vaccino. “Spero di riaverlo con noi presto”, aveva detto la conduttrice. Ieri il giornalista ha partecipato di nuovo alla trasmissione. Non senza però suscitare polemiche.
L’attacco di Anzaldi
“Il ritorno di Scanzi in prima serata su Rai Tre come opinionista a pagamento è l’ennesima arrogante umiliazione che la Rai infligge a chi paga il canone: l’azienda se ne infischia del messaggio deleterio che manda premiando e addirittura mostrando come un modello chi ha fatto di tutto per saltare la fila del vaccino”, attacca il deputato di Italia Viva, Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai. “Da una rete del servizio pubblico – prosegue Anzaldi, che cita le rivelazioni contenute nel servizio di Non è l’Arena – arriva un messaggio che rappresenta un vero e proprio schiaffo al presidente della Repubblica Mattarella e al presidente del Consiglio Draghi, che si sono vaccinati attendendo il loro turno e hanno invitato tutti i cittadini a fare lo stesso”.
“Non più servizio pubblico”
“È l’ennesimo segnale – accusa – che la Rai non fa più servizio pubblico, ma servizio privato in mano ad alcuni conduttori, agenti e collaboratori strapagati”. La proposta di Anzaldi è quella di “ridurre il canone dato alla Rai” e di interrompere i “privilegi”. “Siamo di fronte ad un’incredibile opacità e totale assenza di trasparenza”, denuncia ancora il deputato renziano. È giusto che “il servizio pubblico ancora ieri sera abbia giustificato il comportamento di Scanzi, vaccinato pur non rientrando nelle categorie e nelle classi di età previste?”.
“È la conferma – conclude – di un’azienda totalmente allo sbando e preda della peggiore lottizzazione mai vista. E dove ogni giorno filtrano notizie di pacchetti di nomine e promozioni selvagge approvati all’ultimo minuto con il Cda ormai scaduto e tentativi illegittimi di allungare il più possibile il mandato di questi vertici”.
Sul caso della vaccinazione di Andrea Scanzi, nei giorni scorsi, erano intervenuti anche due consiglieri leghisti della Regione Toscana. Elisa Montemagni e Marco Casucci hanno richiesto di istituire una commissione speciale per “fare chiarezza” sulla vicenda che ha coinvolto il giornalista.