“Il nostro territorio ha pagato un prezzo molto alto in questi anni e spesso la politica è stata complice” racconta Riccardo Alinovi dell’associazione Antiracket e Antiusura di Vasto.
E che la situazione in territori come Vasto diventi ancora più drammatica per la crisi economica legata al Covid è una possibilità reale. A confermarlo proprio il capo della Procura di Vasto, Giampiero Di Florio:
“In questo territorio abbiamo il sentore della presenza di una criminalità economica strisciante da tempo. Cerchiamo di lavorare sull’attività usuraria. La crisi è sotto gli occhi di tutti e il ricorso al credito bancario sarà sempre più difficile”.
Che ci sia un problema sul territorio vastese lo dice anche il questore di Chieti, Ruggero Borzacchiello, che definisce l’usura “reato molto subdolo”.
Considerazioni che già nel 2019 aveva fatto il sindaco di Vasto, Francesco Menna, quando si paventò la chiusura della Procura:
“L’elenco delle operazioni contro la criminalità organizzata è lungo. A Vasto sono state identificate associazioni pericolose che hanno portato alla confisca di beni, Vasto e il Vastese hanno bisogno di investigatori e quindi della Procura ma anche del commissariato. Si parla di soppressione del tribunale senza specificare che comporterebbe anche la chiusura della Procura e del commissariato. Assurdo. Sarebbe come consegnare questo territorio alle mafie”
La relazione della Direzione Investigativa Antimafia
Nella relazione del primo semestre 2019 la Dia scriveva:
“proprio la prossimità geografica con la Puglia e la Campania è una delle cause che ha favorito in Abruzzo le infiltrazioni delle organizzazioni criminali mafiose, specie nelle province di Pescara, Teramo e Chieti. Scendendo più nel dettaglio, negli anni è stata riscontrata, sul territorio regionale, la presenza di membri di famiglie reggine e crotonesi. Per la camorra, indagini del passato hanno evidenziato interessi nei traffici di sostanze stupefacenti, nell’infiltrazione negli appalti pubblici, nel riciclaggio e nel reinvestimento dei proventi illeciti. Le organizzazioni pugliesi, invece, orienterebbero prevalentemente le proprie proiezioni criminali nelle attività predatorie ma anche, al pari dei sodalizi camorristici, nei traffici di stupefacenti”. “La criminalità di matrice pugliese – si legge ancora nella relazione – orienta i propri interessi non solo verso i traffici di droga, ma anche verso i reati predatori. Più nel dettaglio, sono i sodalizi foggiani ed, in particolare, quelli del Gargano e di San Severo ad evidenziare una spiccata propensione al traffico degli stupefacenti, confermandosi quale crocevia anche in chiave extraregionale”.
La banda degli albanesi
“Vasto è una città in cui una banda di albanesi è stata sgominata dalla Dda dell’Aquila. Vasto e San Salvo sono città a rischio” ricorda Riccardo Alinovi. “A San Salvo sono rimaste bande di albanesi che spacciano armi e droga” aggiunge Alinovi. “La cosa che non ho visto, da parte della politica, il pugno duro su queste vicende. E non dimentichiamo che su Vasto ci sono anche boss”.