“Il 15 marzo sono venuto in Abruzzo per trovare le mie figlie che lavorano qui. A quel punto è partita l’odissea”. Così Domenico Di Carlo ci racconta la sua vicenda legata al Covid.
La vicenda capitata a Domenico legata al Covid è simile a quella capitata a Fabrizio Vulpiani e che abbiamo raccontato qualche giorno fa. Come Fabrizio, Domenico scopre che la figlia accusa dei malesseri e chiede di fare tampone. Il giorno dopo Fabrizio scopre di avere il Covid. “Il medico mi dice che tutti devono fare il tampone in famiglia tranne me che ero coperto. In quell’occasione abbiamo scoperto che il medico curante era cambiato e abbiamo perso del tempo per scoprire chi fosse il nuovo”.
La vicenda di Domenico
Alcune ore dopo l’arrivo di Domenico in Abruzzo, una delle figlie accusa un malessere. “Abbiamo contattato subito il medico e ci ha detto di andare a fare un tampone rapido. Il giorno dopo mia figlia è risultata positiva al Covid”. Il nucleo familiare, dunque, segue il protocollo e si reca in un drive-in a Subiaco per fare i test molecolari: “L’altra mia figlia e mia moglie sono risultate positive. Io no.”
Domenico avverte il sindaco di Carsoli, Velia Nazzarro, della positività della famiglia. “Il primo cittadino si è dimostrato molto sensibile nei nostri confronti e ci ha offerto assistenza per la spesa”.
Nel frattempo la moglie di Domenico contatta il numero della Asl di Roma 5 per sapere cosa fare: “O tornate a Roma o andate a fare i tamponi privatamente e ha attaccato il telefono”.
Disperato, Domenico contatta la Asl di Avezzano che però lo invita a farsi mandare un documento dalla Asl Roma 5. Ma la stessa Asl di Roma 5 non lo invia e la situazione viene risolta solo dalla Asl abruzzese grazie a un medico.