La vicenda Scanzi non accenna a finire. “Dopo l’inchiesta di Non è l’arena e le interviste ai responsabili Asl di Arezzo che smentiscono Scanzi sul vaccino, si riunisca subito il Comitato per il Codice Etico Rai e risponda in modo netto e definitivo: è accettabile che l’opinionista continui ad essere pagato dalla Rai?”.
Michele Anzaldi continua a chiedere chiarezza sulla vicenda che ha coinvolto il cronista del Fatto.
“Mentre Cartabianca ha esaltato senza contraddittorio il modello saltafila di Scanzi, dalla tv commerciale e Giletti è arrivata una lezione di giornalismo e onestà intellettuale, con un’inchiesta che ha fatto chiarezza. E La7 ha sospeso la collaborazione. La Rai fa finta di nulla?”, scrive ancora su Twitter il deputato di Italia Viva.
Nella puntata di ieri del programma di Massimo Giletti è andata in onda un’intervista al direttore sanitario di Arezzo Evaristo Giglio che ha spiegato perché Andrea Scanzi non aveva i requisiti per ricevere il vaccino come ‘panchinaro’.
Il vaccino Astrazeneca è conservabile in frigorifero anche per 48 ore e, pertanto, Scanzi mente quando sostiene che ci fosse il rischio che la dose che gli è stata somministrata venisse buttata. In secondo luogo, secondo Giglio, “si poteva aspettare anche un altro mese” prima di vaccinare il giornalista del Fatto. “Scanzi, da quello che lui e il suo medico di famiglia hanno detto, sarebbe un caregiver di questi famigliari ammalati che risultano nella lista dei vulnerabili”, ma spiega il medico: “Non è uno stato di polizia così che io possa andare a vedere se è vero. Se a me il medico di famiglia fa una segnalazione del genere, lo metto lì in attesa”.
E aggiunge: “Quando mi chiamò il suo medico, io gli dissi che prima di Scanzi ce n’erano tanti altri. Quindi lui poteva aspettare. Ma il medico di base del giornalista gli ha detto che Scanzi avrebbe aspettato, l’importante è che prima o poi fosse stato chiamato al momento opportuno”. Insomma, le pressioni sono tante sia da parte del medico di base sia da Scanzi che chiama personalmente il dottor Giglio per ribadirgli la sua disponibilità. E nel merito la sua ex collega Sandra Amurri attacca: “Non è che uno si sveglia la mattina ed è caregiver… ha cercato di mettere le pezze ma è andata male! Anche se avesse avuto il diritto a vaccinarsi, avrebbe dovuto dire chiamate altri che ne hanno bisogno più di me”.
“Ha dichiarato di essere un caregiver”
Antonio D’Urso, direttore generale della Asl Toscana sud est, mette in evidenza le incongruenze della versione data da Scanzi: “Ha dichiarato di essere un caregiver, come ha fatto anche in alcune interviste in televisione. Il piano nazionale vaccinazione indica come caregiver le persone che sono indicate dalla persona disabile. Gli uffici stanno verificando questo”.
Ma Scanzi non avrebbe in ogni caso potuto vaccinarsi come caregiver: “La vaccinazione con Astrazeneca – spiega D’Urso – in questo momento è limitata ad alcune categorie. Tra questi il personale scolastico, personale delle forze armate e delle forze dell’ordine, persone tra i 70 anni compiuti e gli 80 da fare. Se Scanzi non aveva queste caratteristiche non poteva accedere alla vaccinazione”. Infine, c’è il problema della data della somministrazione che inchioderebbe Scanzi. “Il decreto parla di conviventi e di caregiver e questi ultimi sono venuti fuori con il piano vaccino del 13 marzo. Fino ad allora i caregiver, come le persone fragili, non venivano vaccinati”.