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“Sono Vladimir, anche se questo non è il mio vero nome: ho paura di rivelare la mia vera identità. Una paura che mi porto dietro dopo varie forme di violenza che ho subito nel mio Paese, la Russia. Violenze e discriminazioni che hanno una sola ragione: sono gay”. Ora vuole parlare con il Presidente del Consiglio italiano.

“Sono Vladimir, anche se questo non è il mio vero nome: ho paura di rivelare la mia vera identità. Una paura che mi porto dietro dopo varie forme di violenza che ho subito nel mio Paese, la Russia. Violenze e discriminazioni che hanno una sola ragione: sono gay”. Ora vuole parlare con il Presidente del Consiglio italiano.

“In Russia non si può essere gay ed essere liberi. Oggi si rischia anche la vita” afferma Vladimir. “Ho dovuto cambiare quattro lavori, ogni volta mi hanno costretto a licenziarmi. Sono stato vittima di violente aggressioni da parte di gruppi organizzati, ormai presenti in tutta la Russia. In Russia questi gruppi, molti neo nazisti danno la caccia ai gay e la polizia non fa praticamente nulla”.

Racconta del suo calvario per ottenere giustizia e difendersi:”Quando sono andato a sporgere denuncia mi hanno detto che potevo anche morire. Le discriminazioni iniziano a scuola, poi all’università, in famiglia. Con i miei genitori non ho mai parlato della mia omosessualità”. Poi è arrivato in Italia:”Ho scelto di venire in Italia e di chiedere qui asilo. Mi stanno aiutando gli amici dell’associazione Gay Center e altri amici mi stanno ospitando. Tra le difficoltà che sto affrontando anche quella, grave, di essermi visto bloccare i conti bancari una volta presentata la domanda d’asilo”. Vladimir riferisce che la comunità gay russa è molto vasta:”Ci sono gay che stanno chiedendo asilo in vari Paesi europei. Io credo di essere il primo in Italia. È qui che voglio vivere. In Russia non voglio più tornare. Chiedo di incontrare il Presidente del Consiglio italiano perché anche l’Italia come altri Paesi offra la sua protezione a chi come me in Russia è vittima di violenza omofoba”.

ZdO

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