Annamaria Mantile è morta 3 giorni dopo aver fatto il vaccino AstraZeneca. La notte scorsa è deceduto, invece, un 43enne 48 ore dopo aver fatto lo stesso vaccino anti covid.
Poche ore fa l’autopsia eseguita sul corpo di Annamaria Mantile, l’insegnante 62enne del Vomero, sembra aver scagionato AstraZeneca. Secondo le analisi la donna non sarebbe morta a causa della somministrazione del vaccino ricevuto presso il Vaccine Center della Mostra D’Oltremare. Mantile sarebbe morta a causa di un infarto intestinale.
L’esame autoptico
La morte dell’insegnante è avvenuta in casa il 2 marzo alle 13,30, in seguito a malessere e vomito biliare e alimentare. Ma la causa non sarebbe riconducibile alla somministrazione del vaccino prodotto da AstraZeneca. L’autopsia è stata effettuata nei giorni scorsi presso la sala settoria giudiziaria dell’ospedale di Giugliano. L’esame necroscopico è stato eseguito da un team di periti, consulenti tecnici d’ufficio, che sono stati nominati dalla Procura di Napoli. Il pm Giuliana Giuliano sta indagando su quanto avvenuto dopo la denuncia partita dai familiari della vittima. La dottoressa Giuliana Giuliano è il pubblico ministero nell’inchiesta.
La morte dell’insegnante sarebbe riconducibile a un infarto intestinale provocato dal sequestro, nella parete addominale, di un’ansa del tratto digerente, comunemente conosciuta come ernia strozzata che ha portato prima a una emorragia e subito dopo a un arresto cardiocircolatorio. L’occlusione intestinale aveva provocato sia il vomito che il perdurante dolore addominale.
Il malessere dopo il vaccino AstraZeneca
L’insegnante, dopo circa 72 ore dal vaccino anti-Covid, inizia ad avere alcuni sintomi. Arriva la guardia medica che avrebbe dato una terapia alla donna. La mattina seguente, il 2 marzo, nell’abitazione arriva uno specialista cardiologo di fiducia dell’insegnante. Il dottore effettua una indagine elettrocardiografica senza però trovare sofferenza cardiaca. C’è pressione bassa, uno stato di disidratazione dovuto al vomito e il dolore addominale. Alla donna viene prescritta una terapia tramite infusione endovena e antinfiammatoria. La situazione si aggrava e il medico decide di rivisitare la docente. Viene tentata la rianimazione. Nonostante il trasporto in codice rosso al pronto soccorso, la 62enne muore. Subito i sospetti cadono sul vaccino anticovid che la Mantile aveva ricevuto il giorno precedente alla morte. Proprio per questo motivo era stato fatto un tampone dopo il decesso, risultato in seguito negativo. I familiari avevano poi sporto denuncia per accertare le cause della morte ed eventuali responsabilità.
Cos’è l’infarto intestinale
L’infarto intestinale è la necrosi di un tratto di intestino provocata da un’insufficienza acuta della perfusione o da una occlusione, totale o parziale, acuta o cronica, delle arterie o vene mesenteriche. Spesso si presenta con vomito, dolori addominali e diarrea. Solo una operazione chirurgica potrebbe risolvere la situazione.
Il decesso di Stefano Paternò
La scorsa notte è deceduto un militare 43enne, Stefano Paternò, che lunedì scorso aveva ricevuto la prima dose di vaccino AstraZeneca. Anche in questo caso sarà l’autopsia a chiarire le cause del decesso.
Misterbianco (Catania) si è stretto intorno al dolore della famiglia di Stefano che lascia la moglie e due figli. La vittima era originaria di Corleone (Palermo) e sottufficiale in servizio alla base militare di Augusta.
Stefano sarebbe morto nel suo appartamento di Misterbianco nella notte tra lunedì e martedì scorso. L’ipotesi del decesso è correlato alla somministrazione del vaccino AstraZeneca, che il militare avrebbe ricevuto la mattina del lunedì. La sera dopo l’iniezione lo stesso avrebbe accusato dei malori, tra cui una febbre molto alta, che dopo qualche ora non avrebbero lasciato scampo.
Le prove tangibili sul nesso morte–vaccino non ci sarebbero al momento. L’uomo, però, non soffriva di alcuna patologia che avrebbe potuto compromettere il suo stato di salute dopo l’inoculazione del vaccino. Le indagini sono in corso.