La Asl 5 di La Spezia ha sottoposto ai cittadini un documento in cui l’omosessualità è indicata come “categoria a rischio” in vista della vaccinazione anti Covid.
Lo stesso foglio si trova sul sito del Ministero della Salute. Più precisamente, in un pdf intitolato “Specifiche funzionali”, scaricabile nell’area dell’Anagrafe nazionale dei vaccini.
Il documento di 95 pagine
Nel documento di 95 pagine, datato ottobre 2020, all’allegato 3 nelle “categorie a rischio”, compare il “codice” 10. Si legge: soggetto con comportamenti a rischio (tossicodipendente, soggetto dedito alla prostituzione, omosessuale). Si tratta della stessa tabella “griffata Asl 5”. È quella che ha costretto i vertici politici e sanitari liguri, dal presidente Toti al direttore generale dell’azienda sanitaria spezzina Paolo Cavagnaro, a doverose scuse.
La polemica
“Un chiaro errore, lo riconosciamo, per cui possiamo solo scusarci – le parole di Cavagnaro – ma stiamo anche tentando di spiegarci”.
“Prima di dare risposte e precisazioni vorremmo capire da dove viene quel modulo – era stata la prima spiegazione dell’Asl5, non appena il caso è emerso in rete – Stiamo ancora indagando per capire se sia un fake, o se frutto di una leggerezza”.
“Chiediamo alla Regione, ad Alisa e all’Asl 5 come sia stato possibile inserire – senza la benché minima evidenza scientifica – l’essere omosessuali nelle categorie di comportamenti a rischio”. A chiederlo il consigliere regionale Ferruccio Sansa, il primo a segnalare l’accaduto sui social. “Ci augureremmo che fosse un fake per questo abbiamo cercato di chiedere informazioni all’Asl 5. Dopo 13 telefonate senza risposta, compresi l’ufficio relazioni con il pubblico e il servizio covid-19, finalmente l’ufficio igiene pubblica e vaccinazioni ci ha risposto: ‘Sì, conosciamo quel foglio, ma non l’abbiamo fatto noi'”.
Le cause
Fra le cause di quell'”errore” c’era quella di aver ricalcato nell’elaborazione del modulo per il vaccino anti Covid “un vecchio documento usato per le donazioni di sangue, quando ancora l’omosessualità era indicata tra i comportamenti a rischio”.
“Nel caso – aveva aggiunto Cavagnaro, direttore dell’Asl5 – verrà subito eliminato dai moduli”. Ma non era affatto così: un documento “vecchio” di appena quattro mesi, un modulo ufficiale elaborato e revisionato dal ministero della Salute.
E se il caso è presto diventato bufera politica, nel giro di una mattinata l’errore era stato anche spiegato, e riconosciuto. “Il documento era scaricabile sulla nostra rete intranet, a disposizione dei nostri operatori sanitari impegnati sull’anagrafe vaccinale – la spiegazione di Asl 5 – operatori che devono interrogare chi si trovano a gestire, ma non possono certo farlo con questi riferimenti, con classificazioni che evidentemente nella nostra cultura non sono corretti. Si tratta di un errore, punto, per cui chiedere scusa e rimediare con l’elaborazione di un nuovo modulo”.
Il Governo dovrà spiegare come quella tabella è potuta finire in un documento “revisionato” a ottobre 2020.