Sono passati sette anni da quando David Rossi cadde dalla finestra del suo ufficio nel cuore del centro storico di Siena. E ad oggi una verità su ciò che gli è accaduto ancora non c’è.
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Morte David Rossi: la procura archivia indagini su festini hard dei giudici
La morte del capo della comunicazione del Monte dei Paschi dell’era Mussari, resta avvolta da una serie di misteri. E domani, a Genova, potrebbe chiudersi l’ultimo di una serie di cerchi concentrici giudiziari generati dallo schianto di quel corpo in vicolo di Monte Pio il 6 marzo 2013.
L’escort leghista
“Stefano”, l’escort omosessuale intervistato dalle Iene, raccontava di essersi prostituito a festini a base di coca e sesso, gay ed etero, nei dintorni di Siena, nel periodo 2012/2013. A quei party avrebbero partecipato importanti uomini dell’establishment senese ed in particolare magistrati e appartenenti alle forze armate.
Festini con magistrati, politici e sacerdoti. Un escort racconta le zone d’ombra del caso David Rossi
Quella ed altre puntate generarono l’apertura di un’inchiesta della procura di Genova, competente territorialmente se gli accertamenti riguardano colleghi toscani. Gli inquirenti hanno individuato e interrogato l’escort, che risulta essere un attivista della Lega. L’uomo è stato collaboratore di un assessore regionale del nord Italia e oggi è assistente di un eurodeputato della Lega a Bruxelles.
Stefano è stato identificato dalla polizia dopo una perquisizione a casa del giornalista delle Iene autore del servizio, ed è stato interrogato nel gennaio del 2019. La sua testimonianza è apparsa al procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati e alla pm Cristina Camaiori meno convincente di come risultava in video. Inoltre sarebbe stato titubante sui riconoscimenti delle foto di presunti partecipanti ai festini.
E lo stesso tenore sarebbe stata, secondo i pm, avrebbe avuto la testimonianza dell’ex sindaco di Siena Pierluigi Piccini che per primo con Le Iene aveva accennato ai festini in una villa della campagna senese.
Morte David Rossi: la procura archivia indagini su festini hard dei giudici
La richiesta di archiviazione
La procura di Genova ha chiesto l’archiviazione per un fascicolo pur ammettendo che la prima inchiesta sulla morte di David Rossi sia stata carente e imprecisa. Tra l’altro sono stati scoperti verbali di interrogatori che nella prima indagine erano stati persi. I racconti dell’escort e dell’ex sindaco circa i festini ai quali avrebbero partecipato magistrati con la conseguenza che sarebbero stati ricattati o ricattabili, non hanno trovato alcuna conferma. Pur ammettendo l’esistenza dei festini, non sarebbero stati individuati con certezza i partecipanti e non emergerebbero motivi di possibili interferenze con l’inchiesta sulla morte di Rossi.
E proprio domani il capo dell’ufficio gip Franca Borzone, al termine dell’udienza, deciderà se procedere all’archiviazione oppure ordinare nuove e più approfondite indagini.
Qualcuno usò il cellulare dopo la morte
Subito dopo la morte di David Rossi, qualcuno ha utilizzato il suo cellulare personale che era sotto sequestro per inviare due mail riservate. Inoltre dal dispositivo risultano cancellate quasi 300 tra chiamate e messaggi che avrebbero forse potuto fare luce sul giallo. Non sarà possibile risalire ai destinatari dei messaggi e delle telefonate perché i gestori telefonici cancellano i back up dopo tre anni.
Il Settimanale Giallo ha rivelato che ci sono voluti ben sette anni per fare questa incredibile scoperta. Il cellulare insomma non era mai stato analizzato, nonostante le due indagini poi archiviate. Si è giunti a questa svolta solo perché la procura di Genova e non quella di Siena che aveva archiviato l’inchiesta definendola un caso di suicidio, ha avviato nuove indagini.
Gli atti scomparsi
“Le novità più importanti sicuramente riguardano le indagini fatte a Genova dalla procura. Le carte di queste indagini sono piene di testimoni che confermano l’esistenza di questi festini. E confermano anche la presenza di alcuni magistrati a queste feste”. È quanto riferisce Carolina Orlandi, la figlia della moglie di David Rossi.
È possibile che questi festini – nel caso ci fossero stati – non abbiano prodotto conseguenze nelle indagini?
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“In questi mesi sono state dette tante cose, i giornali hanno riportato delle notizie che, dopo aver visto gli atti posso dire di essere false, e invece in questa richiesta di archiviazione ci sono una quantità di particolari che meritano di essere approfonditi” spiega ancora Carolina. “Sono passati più di 7 anni dalla morte di David e io ne ho viste veramente fare di tutti i colori, ne ho sentite dire di tutti i colori. Ho letto cose negli atti inspiegabili, cose sbagliate, cose non fatte, cose fatte male. Io posso dire che mi sono rotta, qui mi devono spiegare perché certe cose non sono state fatte e perché invece altre sono state”.
Le cose strane
1. Non sono mai stati chiesti nell’immediato i tabulati e i dati delle celle telefoniche di tutti i gli apparecchi cellulari transitati dentro e vicino la banca nelle ore della morte di David Rossi. Se fosse stato fatto, probabilmente, si sarebbe potuta scoprire la persona con il telefono all’orecchio che compare nel vicolo alle 20.11 nelle uniche immagini a disposizione della morte del manager.
2. I vestiti di David non sono mai stati sequestrati e non sono mai stati analizzati.
3. Non è mai stato fatto l’esame istologico delle ferite ritrovate sul corpo di David, alcune delle quali, come rivelato dai periti, sarebbero incompatibili con la caduta.
4. Non si è fatto immediatamente l’esame del dna sul corpo di David, né sull’orologio, né sui suoi telefoni cellulari. Si sarebbe potuto scoprire con certezza se c’era stata o no una colluttazione prima della caduta e chi era venuto a contatto quella sera con David prima che volasse dalla finestra.
5. Il pm Aldo Natalini ha ritenuto di ordinare la distruzione dei fazzoletti sporchi di sangue ritrovati nel cestino dell’ufficio di David, senza disporne un’analisi e prima che fosse decretata l’archiviazione.
E ancora.
6. Non sono state identificate tutte le persone che erano presenti in banca quando David è volato giù dalla finestra.
7. Non sono state mai acquisite le immagini delle oltre 10 telecamere interne ed esterne alla banca, tranne quella che ha ripreso la caduta.
8. L’unico video in cui si vede la caduta di David non è integrale, ma è stato tagliato. Parte un minuto prima della caduta e finisce prima dell’arrivo dei soccorsi.
9. La procura non ha aperto nell’immediato un fascicolo per il reato di omissione di soccorso per trovare la persona che si vede entrare nel vicolo con il telefono all’orecchio alle 20.11.
10. Dalla prima archiviazione di agosto 2013 la procura di Siena ha aspettato più di due anni prima di riaprire il caso nel novembre 2015.
Dopo le rivelazioni di Piccini sette magistrati di Siena hanno querelato per diffamazione. Dopo la loro querela la procura di Genova, competente a indagare su tutto ciò che riguarda i magistrati di Siena, apre due procedimenti: uno per diffamazione nei nostri confronti e dell’ex sindaco Piccini e uno per abuso d’ufficio. Ma sempre Piccini, pochi giorni dopo il servizio delle Iene, ha confermato tutto, ricordando che prima di lui aveva parlato di orge, addirittura pubblicamente, un azionista all’assemblea del Monte dei Paschi. Insomma dell’esistenza di quel tipo festini hard non è convinto solo l’ex sindaco Piccini.
Caso David Rossi: parla la moglie di un uomo ai vertici delle Istituzioni a Siena
Una donna, ex moglie di uno dei vertici delle istituzioni di quegli anni a Siena, ignara del fatto che il ragazzo avesse riconosciuto il suo ex marito come uno dei partecipanti ai festini, fa delle rivelazioni scioccanti.
“La mia vita è cambiata dal 2012 in poi perché ho trovato manette, biancheria di pelle, ho trovato un frustino… c’erano le mutande arrotolate…”.
E riguardo ai festini dice:
“Mi era stato suggerito dalla moglie di un collega di mio marito che viveva da più di 20 anni a Siena che a casa di un dirigente del Monte dei Paschi era un vero e proprio puttanaio”.
La donna racconta che, nei mesi precedenti alla morte di David Rossi, il marito “era molto nervoso, molto molto nervoso”. “Era poco disponibile, non incline a confidarsi con me. Lui aveva è proprio una necessità fortissima di legarsi a qualcuno per poter proseguire la sua carriera, però a quel punto ti leghi a dei personaggi che ti possono chiedere qualsiasi cosa e non credo che sia opportuno per un funzionario dello stato.”
I filmati dei festini
Altri due testimoni avrebbero confermato a Quarto Grado di aver visto gli spezzoni di uno stesso video registrato presumibilmente a uno di questi festini. Presunti testimoni che avrebbero detto: “Erano distinguibili soggetti molto noti, manager e alte cariche dell’amministrazione in boxer, canotte cravatta un flute e ridendo in favore di obiettivo… ”.
Orlandi: “Mi devo far bastare questo?”
“La procura di Genova dice, ammesso che questi festini ci siano stati e ammesso che a questi festini abbiano partecipato tutta una serie di personaggi di spicco del panorama senese, questo non implica che le indagini sulla morte di David siano state fatte male per questo motivo. Le testimonianze sono impressionanti, nel senso che ci sono tutta una serie di testimoni che con dovizia di particolari indicano personaggi del sistema Siena che partecipavano a festini scabrosi.
E mi volete dire che questo sistema Siena, non avrebbe potuto influenzare le indagini sulla morte di un manager Monte dei Paschi in un periodo come quello? A noi ci ha creato un danno enorme, perché tutto quello che non è stato fatto all’inizio vai poi a recuperarlo tre anni dopo… Vai a rigrattare i muri per cercare dna di terzi tre anni dopo…
Vai a richiedere le celle telefoniche che non ci sono più, e chi paga per tutto questo? Io mi devo far bastare che in quella circostanza c’era di turno un magistrato che però ha dato per scontato che quella persona si fosse buttata dalla finestra e quindi non ha fatto tutta una serie di cose che fanno sì che io oggi non sappia perché David è morto… e non è una responsabilità questa? Eh no, invece…viene aperto un fascicolo per abuso d’ufficio e viene richiesta l’archiviazione pure di questo… E come dobbiamo sentirci noi?”.
I riscontri
La procura di Genova avrebbe cercato di trovare riscontri ai racconti del gigolò anche fuori da Siena, ma l’avvocato della moglie di David Rossi ci dice: “Secondo noi ci sono stati dei macroscopici errori commessi dalla polizia giudiziaria perché hanno cercato in luoghi… ad esempio in un hotel che è completamente diverso da quello indicato dal gigolò. Quindi di fatto hanno cercato dove non avrebbero mai potuto trovare dei documenti che tracciavano il passaggio del gigolò”.
L’avvocato della moglie di David Rossi aggiunge:
“Emerge un giro di festini altolocati con la presenza di anche soggetti che avevano delle funzioni pubbliche. E la presenza di questi soggetti all’interno di questi festini avrebbe potuto creare da un lato un legame inscindibile tra tutti questi e dall’altro però un interesse a chiudere un’indagine, quella sulla reale causa della morte di David Rossi, che poteva far venire fuori l’esistenza di questo giro e di questo legame di perversione tra questi personaggi importanti”.
La morte di una prostitua
Due giorni prima della morte di David a Siena viene uccisa una prostituta. Di questo omicidio viene accusato e poi condannato un ragazzo brasiliano, Villanova Correa. Proprio Correa disse di essere a conoscenza di tutta una serie di informazioni riguardanti i festini e la morte di David. Correa non viene chiamato dalla procura di Genova.
Secondo Carmelo Miceli, avvocato di Antonella Tognazzi, moglie di David Rossi: “Le dichiarazioni di Villanova Correa per il coinvolgimento di un magistrato di Siena, in particolare, non possono essere vagliate e riscontrate dalla procura di Siena. Ma meritano di essere vagliate attentamente da una procura diversa, la procura di Genova”.
Il carabiniere
L’avvocato Miceli alle Iene riferisce di un carabiniere, comandante di una stazione dei carabinieri toscana, che fornisce una testimonianza molto importante.
L’ufficiale in pensione ha raccontato di come un magistrato senese condizionasse negativamente le sue possibili indagini, ma ha parlato anche degli ipotetici festini che gli erano stati svelati da un pregiudicato, secondo cui partecipavano importanti personaggi cittadini, della Chiesa di Siena e un componente della magistratura.
“Appena arrivato alla stazione un magistrato mi disse: Siena è un’isola felice, non fare indagini, non mi denunciare persone” racconta l’ex militare, che cita l’episodio legato all’indagine su delle opere d’arte rubate, due putti rinascimentali, che sarebbe stata scoraggiata dal pubblico ministero. “Feci comunque la consegna al legittimo proprietario, il pm mi disse che mi avrebbe indagato per favoreggiamento esterno di reato”. “Mentre facevo il comandante mi arrivò per posta un esposto dove indicavano che dentro il seminario arcivescovile di Siena si tenevano dei festini alla presenza di magistrati, del segretario del vescovo, del cappellano militare dei paracadutisti, la miglior crema di Siena. Facevano i festini dentro il convento arcivescovile di Siena”.