Lui si chiama Enrico Pazzali, scelto a luglio del 2019 dal governatore lombardo Attilio Fontana per l’incarico di presidente della Fondazione Fiera Milano. Un uomo pesante, importante.
Pazzali, per un anno, ha avuto il comando di due grandi enti fieristici italiani. Il fatto è che le due aziende pubbliche sono, in teoria, tra loro concorrenti. Infatti il manager era già amministratore delegato della romana Eur spa, controllata del ministero dell’Economia. Di dimissioni manco a parlarne. Ma tre mesi fa Pazzali esce dalla società capitolina. Fino a quel giorno il manager ha incassato un doppio stipendio. Ai ben 208 mila euro annui per la carica in Eur spa si sono andati a sommare i 270 mila euro garantiti dalla fondazione milanese. Ente che fa capo alla regione Lombardia. Il totale per Pazzali è di 478 mila euro.
Il tetto dello stipendio non rispettato
Eppure ci sarebbe una legge che fissa a 240mila euro il tetto delle retribuzioni dei dirigenti delle imprese di Stato, con l’esclusione dei grandi gruppi quotati in Borsa come Eni, Enel e Poste italiane. A detta di Pazzali, la sovrapposizione dei due incarichi deriva “da una richiesta degli azionisti pubblici di Eur spa” ha spiegato all’Espresso. Cioè, in pratica, il governo.
Una pratica, questa, accaduta anche nel 2017 quando Pazzali si vide assegnare un compenso di 360 mila euro dalla Polifin, la holding di famiglia dell’imprenditore bergamasco Domenico Bosatelli, patron del gruppo Gewiss. Polifin è la cassaforte che custodisce le partecipazioni più pregiate di Bosatelli.
Nelle carte societarie consultate dall’Espresso si legge che “è stato attribuito al dottor Enrico Pazzali” un non meglio precisato “incarico di business development”. All’epoca, il manager milanese era uno dei quattro amministratori di Polifin.
Nel 2018 Pazzali arriva al comando di Equalize, un’azienda che offre servizi di intelligence e sicurezza. Pazzali ha in mano l’85 per cento della società, mentre il resto del capitale è diviso in parti uguali tra Gallo e altri due azionisti, Pierfrancesco Barletta e Stefano Filucchi, nomi con un paio di caratteristiche in comune. In passato entrambi erano nella squadra dei dirigenti di punta dell’Inter dei Moratti. Più di recente i due soci della Equalize di Pazzali si sono conquistati un paio d’incarichi elargiti dal governo di Giuseppe Conte.
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Barletta ha occupato la poltrona del consiglio di amministrazione di Leonardo, la ex Finmeccanica quotata in Borsa. Filucchi è stato scelto dal ministro Lorenzo Guerini per l’incarico di vicepresidente di Difesa servizi, la società che gestisce beni e attività che fanno capo e alle Forze Armate. Filucchi, come Gallo, è un ex poliziotto. Ha lavorato all’Antimafia, alla Criminalpol e tra il 2001 e il 2003 è stato portavoce dell’allora capo della Polizia, Gianni De Gennaro.
L’anno scorso Filucchi investe nell’Equalize del suo amico Pazzali per poi approdare come dirigente in regione Lombardia ai tempi di Roberto Formigoni. Nel 2007 il manager milanese, classe 1964, fece il gran salto alla direzione generale di Fiera Milano spa, la società quotata in Borsa che organizza e gestisce gli eventi nelle aree di proprietà dell’omonimo ente pubblico. La carriera prese il volo anche grazie all’appoggio di Ignazio la Russa.. Nel 2009, arriva la promozione ad amministratore delegato, con Fontana sulla poltrona di vicepresidente insieme alla berlusconiana Licia Ronzulli.
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Nel 2015 Pazzali lascia un’azienda assediata dai guai e dalle perdite e si arresta la sua ascesa. Nonostante i bilanci in rosso il manager dimissionario incassa una ricca buonuscita, circa 1,4 milioni di euro. Pochi mesi dopo la Fiera finisce al centro di un’inchiesta della procura di Milano sulle infiltrazioni mafiose nelle attività del gruppo anche durante la gestione di Pazzali. Nel frattempo, l’ex numero uno di Fiera spa si era già accasato a Roma scelto dal governo di Matteo Renzi come amministratore delegato di Eur spa. Quattro anni dopo Fontana lo richiama a Milano.
Pazzali dalla spa quotata in Borsa passa alla Fondazione che la controlla. La nomina è il frutto di un’intesa tra le varie componenti del centrodestra, con il via libera del sindaco Pd di Milano, Beppe Sala.
Premiato un manager che, pochi anni prima, aveva lasciato i conti in rosso alla Fiera Milano.