Dopo mesi di sonno profondo le testate nazionali, formate da camerieri politici, d’un tratto si svegliano e cominciano ad attaccare il professor Davide Vannoni. Si risveglia dal letargo persino una procura: quella di Torino. Un fuoco di fila senza precedenti.
Dopo mesi di sonno profondo le testate nazionali, formate da camerieri politici, d’un tratto si svegliano e cominciano ad attaccare il professor Davide Vannoni. Si risveglia dal letargo persino una procura: quella di Torino. Un fuoco di fila senza precedenti. La strategia è chiara. Il Comitato scientifico è stato annullato dal Tar insieme al suo parere. Tutto da rifare. Il vero perdente, però, è stato il governo insieme al ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Che fare quindi? Attaccare il metodo. L’accerchiamento è partito dalla stampa, passando qualche procura rimodulando a proprio uso e consumo vecchie storie del passato. Riscende in campo il pm Raffaello Guariniello che ipotizza il reato di associazione per delinquere per somministrazione di farmaci imperfetti e pericolosi. L’inchiesta su Stamina Foundation, chiusa nel 2012, è stata riaperta all’improvviso. A questo punto intervengono gli ex componenti del Comitato che si dicono “deligittimati” anche e soprattutto se la Lorenzin nominasse un nuovo Comitato di esperti. Come dire: la legge deve essere applicata ma non deve delegittimare. Gli espertoni, non contenti, aggiungono:”Non esiste documentata efficacia del metodo Stamina Foundation”. Nei verbali del tavolo composto da Iss, Aifa, Cnt e Nas, che si è riunito lo scorso anno si parla di “preoccupante pratica” quella “di utilizzare cellule provenienti da un paziente e infuse in un altro paziente”. I verbali, sempre per caso, pubblicati sull’Ansa. Per caso. Cosa interessa del parere del Comitato annullato dal Tar? Interessa a chi vuole buttarla in caciara. Dopo Repubblica chi arriva? La Stampa di Torino:”Stamina, nessun malato migliora”. Olè. “Le cartelle esaminate dagli esperti all’ospedale di Brescia rivelano
anche un decesso sospetto” scrive il quotidiano diretto da Mario Calabresi. Per la voce di Torino le 36 cartelle cliniche dei pazienti di Brescia parlano chiaro: nessun miglioramento. Per far quadrare tutto e rendere la storia più credibile mancava solo una cosa: scavare nella vita privata di Vannoni. Meglio ancora se s’intercetta a colloquio con qualche collega. E chi beccano? Vannoni che si scambia email scottanti con Camillo Ricordi dell’Università di Miami ed esperto di trapianti cellulari. “Le mail rivelano – scrive la Stampa – invece che la stessa Stamina non sarebbe certa della natura staminale delle sue cellule, che potrebbero invece essere insicure per i malati”. L’affondo finale arriva da Wired che si chiede:”Il metodo Stamina è tossico? Neanche il suo ideatore conosce con certezza la risposta. Lo rivelano gli ultimi scambi di informazioni di Vannoni con Camillo Ricordi, che presto gli fornirà un supporto tecnico a Miami”. Il dottor Luca Pani, Direttore Generale dell’AIFA, ha affermato che:”Stamina ha depositato brevetti dopo la visita ispettiva, che è morto un paziente in cura a Brescia, quindi ci sono effetti collaterali. Non ci sono risultati sui pazienti in cura”. Davide Vannoni scrive:”È doversoso fornire le risposte a queste falsità immediatamente riportate dal quotidiano LA STAMPA che sta compiendo attraverso i suoi giornalisti Grazia Longo e Paolo Russo un vero e proprio attacco indiscriminato senza mai sentire la controparte. È parte del peggior giornalismo di cronaca che emette sentenze senza sapere ciò di cui sta parlando e raccoglie frammenti dalla procura e ne diventa cassa di risonanza, facendo processi mass mediatici. Raccoglie stralci di interrogatori e li spaccia per interviste fatte direttamente agli interessati (il problema è che coloro che conducono le indagini dovrebbero, per legge, essere tenuti al segreto istruttorio). Insomma abbiamo sotto gli occhi non solo la macchina del fango, ma una macchina del fango falsa e pretestuosa (riportiamo in calce la prova che la sig. De Matteis, la signora su cui qualche giorno ha fatto un articolo la giornalista Grazia Longo del quotidiano La stampa, non è mai stata intervistata)”. Vannoni afferma che le domande di brevetto negli Stati Uniti, Canada ed Europa sono state depositate a dicembre del 2010. “Il sig. Umberto Mattavelli, entrato in cura a Brescia ed arrivato in condizioni terminali (nei primi mesi del 2012) è mancato 15 giorni dopo la prima infusione a causa di una POLMONITE. Nulla a che fare con le cellule staminali (che inizano a dare risultati dopo circa 1 mese dall’infusione). Il sig Umberto era già stato in cura nel 2008 a causa di una grave forma di Atrofia Multisitemica”. L’intervento di Guariniello sospese la cura del malato e la malattia ricominciò a progredire. Intanto Camillo Ricordi risponde all’articolo dell’Espresso n: 51 a firma di Letizia Gabaglio dal titolo “Tutti i retroscena del test a Miami”. “Ho letto anche su certi quotidiani che il preparato Stamina potrebbe trasmettere malattie tipo l’HIV, la sifilide, l’epatite virale, la BSE (mucca pazza); non credo che questo sia corretto. Bisogna infatti considerare che l’Ospedale di Brescia effettua sui donatori tutte le analisi previste per la donazione degli organi proprio per evitare il rischi di trasmissione di malattie di questo tipo; quanto al siero fetale bovino che si utilizza nei terreni di coltura viene usato anche da altri gruppi a livello internazionale, a patto che provenga da fornitori che lo certificano “BSE Free”(per esempio dalla Nuova Zelanda). Si usa anche negli Stati Uniti”.
La Lorenzin a Chieti
Nel pomeriggio di oggi il ministro della Salute, a margine di una visita all’ospedale SS. Annunziata di Chieti, ha avuto un incontro con il papà di Noemi. Il faccia a faccia è stato difficile da ottenere tra il Prefetto-cantante Fulvio Rocco de Marinis che sfuggiva, i carabinieri che hanno bloccato fisicamente Sciarretta e i body guard che braccavano il giovane. Uomini sempre al servizio. Sempre servi. Dei potenti.
Antonio Del Furbo