Il Fisco è pronto a sferrare l’attacco finale ai contribuenti già provati dal lockdown. A finire sotto la lente dell’Agenzia delle entrate sono, questa volta, le rate dei mutui.
La Cassazione civile – sezione tributaria – con l’ordinanza n.15896, conferma come l’Agenzia delle entrate possa far scattare l’accertamento fiscale nei confronti di chi paga una rata del mutuo ritenuta “sproporzionata” rispetto al proprio stipendio.
Il Fisco osserverà i movimenti bancari e i siti internet del contribuente. Obiettivo: tassare
Nel mirino, dunque, pare esserci anche chi ha comprato casa con un mutuo facendo affidamento sull’aiuto della famiglia.
In sostanza, se chi chiede un mutuo di 160mila euro che rimette a rate di 650 euro mensili e ha uno stipendio di 1300 euro, può ritrovarsi il Fisco in casa con l’onere della prova per del contribuente.
Carte di credito, bancomat e prepagate nell’occhio del Fisco. Negato il diritto alla privacy
Il Fisco potrebbe far partire i controlli perché, come riporta il Giornale, per l’Agenzia potrebbero esserci due questioni:
- il contribuente può spendere più di quanto dichiara perché ha delle entrate a nero che evade al fisco;
- il contribuente può spendere più di quanto dichiara perché ha dei soldi da parte o qualcuno lo aiuta.
In entrambi i casi – agli antipodi tra loro – l contribuente sarà richiesto di comprovare la provenienza delle risorse economiche aggiuntive.
Le rate del mutuo possono, dunque, innescare i controlli anti-evasione che, nella fattispecie specifica, rientrano tra i cosiddetti controlli “sintetici”; il fisco non è interessato a sapere cosa compri, ma quanto paghi perché se le uscite sono superiori alla capacità di spesa potrebbe essere indice di una disponibilità economica in “nero”, cioè non dichiarata.
Se il Fisco non risponde, il contribuente non deve pagare il debito. Annullate 40mila euro di cartelle a imprenditore
Il sistema messo a punto dall’Agenzia delle entrate per effettuare queste verifiche è il Redditometro. Si tratta di un algoritmo che incrocia la dichiarazione dei redditi del contribuente e la spesa annuale per il medesimo periodo di imposta. E se le spese effettuate sono superiori al 20% del reddito scatta il controllo e il cittadino viene convocato dall’ufficio delle imposte per fornire chiarimenti sul proprio tenore di vita.
Altro che blocco dei controlli: il Fisco avrà una proroga di due anni per gli accertamenti
Ed è su questo aspetto che la Cassazione civile ha fatto chiarezza con l’ordinanza n.15896. Il caso riguarda una ‘controversia’ tra un contribuente, la Commissione tributaria provinciale di Foggia, la Commissione tributaria regionale della Puglia e l’Agenzia delle entrate. La Corte si è espressa sulla “legittimità degli avvisi di accertamento (…) emessi dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di D.R. e con i quali era stato accertato sinteticamente, ai sensi dell’art. 38, quarto e sesto comma, del d.P.R. 29 settembre 1973, n. 600, il reddito, rispettivamente, per l’anno 2004 e 2005 in € 21.513,80 per ciascun anno”. Alla luce di questi accertamenti, la “Commissione tributaria regionale ha considerato che l’eventuale utilizzo dell’immobile ritenuto indice di capacità di spesa del contribuente è irrilevante ai fini dell’accertamento sintetico del reddito”.
Se il commerciante va in ferie, il Fisco vuole saperlo
Il contribuente aveva fatto ricorso in Cassazione la quale, però, ha ritenuto l’infondatezza di tale ricorso in quanto “a presunzione applicata al caso in esame è quella di cui ai commi quinto e sesto dell’art. 38 citato, secondo cui, qualora l’amministrazione determini in modo sintetico il reddito del contribuente questi ha l’onere di fornire la prova contraria; legittimamente, quindi, il giudice dell’appello afferma che, nella fattispecie in esame, si verte nel caso di presunzione legale relativa, per cui il contribuente avrebbe avuto l’onere di fornire la prova contraria che, a suo giudizio, non ha fornito”.
La Cassazione ha ribadito che l’acquisto di un immobile e la relativa spesa sostenute mensilmente per il pagamento delle rate, sono bastevoli per far partire un accertamento da parte del Fisco.
Controlli fiscali: nel 2020 conti correnti e forfettari sotto attacco del Fisco
In caso di accertamento e nel caso in cui il contribuente non riesca a giustificare il tutto, il Fisco eseguirà misure di tassazione del reddito ritenuto ‘eccedente’ o ad applicare le sanzioni previste per l’evasione fiscale. Esistono due tipi di donazione: quella diretta e quella indiretta:
- La prima prevede la presenza del notaio con il pagamento dell’imposta di registrazione dell’atto e del professionista;
- La donazione indiretta, invece, è finalizzata a un determinato acquisto in cui si prevede che qualcuno possa versare i soldi direttamente sul conto del venditore – specificando come motivazione – oppure versando i soldi sul conto del donatario affinché li possa utilizzare per pagare gli importi dovuti.