Dopo il mega evento di ieri sera al Circus di Pescara fortemente voluto da Papa Luciano e portato in scena dai suoi fedelissimi, non vedevamo l’ora di leggere i quotidiani locali per vedere come avrebbero riportato la notizia.
L’occasione era ghiotta, visto il numero di partecipanti e vista la loro qualità. Nella notte appena trascorsa, quindi, ci siamo conservati la saliva da sputare sui giornali per poterli leggere. Per poterli sfogliare, ovviamente.
Dopo il mega evento di ieri sera al Circus di Pescara fortemente voluto da Papa Luciano e portato in scena dai suoi fedelissimi, non vedevamo l’ora di leggere i quotidiani locali per vedere come avrebbero riportato la notizia. L’occasione era ghiotta, visto il numero di partecipanti e vista la loro qualità. Nella notte appena trascorsa, quindi, ci siamo conservati un bel po’ di saliva da sputare sui giornali. Per poterli sfogliare, ovviamente. Un coro unanime ha celebrato Papa Luciano, il sempre verde messia, l’uomo dal primo piano beato tra i beati. Il quotidiano di partito “il Centro” ha persino annunciato l’evento prima che si svolgesse in perfetto stile “consigli per gli acquisti”. Strano vero? Manco per niente. Mai dimenticare che il gruppo l’Espresso, di cui fa parte il quotidiano abruzzese, è in mano al più grande sponsor del Partito democratico, tale Carlo De Benedetti. E chi moderava sul palco il dibattito tra Papa Luciano da Manoppello e il sindaco di Verona Flavio Tosi? Ovviamente il direttore de “il Centro” Mauro Tedeschini. Conflitto d’interessi? Manco a pensarci. Ci mancherebbe. Se ci fosse stato un conflitto d’interessi, siamo sicuri che il mega ordine dei giornalisti abruzzesi sarebbe intervenuto tempestivamente con una nota durissima. Gli ospiti della serata sono stati tanti e di livello tanto da slinguazzarsi baffi, orecchie e basette contemporanemante. Oltre ai tre appena citati, sono intervenuti Donato Bruno, senatore della Repubblica, don Vincenzo Amadi, vicario della curia arcivescovile di Pescara-Penne (e ti pareva), Luigi Savina, questore di Milano e Francesco Bocca, deputato Pd. È venuto a mancare, purtroppo, all’ultimo momento Giovanni Legnini, sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri con delega all’Editoria. Con le lacrime agli occhi Legnini ha scritto una lettera a Papa Luciano scusandosi della sua non presenza:”Caro Luciano, voglio innanzitutto ringraziarti per l’invito che mi hai rivolto in occasione dell’odierno interessante e qualificante incontro organizzato dalla Scuola di Regione su un tema attualissimo di cui più volte abbiamo avuto modo di parlare. Devo però comunicarti che, mio malgrado, non potrò essere presente all’iniziativa perché, come saprai, in questi giorni è in corso l’esame alla Camera degli emendamenti alla Legge di Stabilità che sto seguendo per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con conseguente obbligo della mia presenza in commissione. Sono sempre più convinto che dalla crisi in atto, che coinvolge in modo incisivo la qualità del rapporto tra i cittadini, la politica e le istituzioni, si potrà uscire dedicando tutte le energie possibili al recupero di credibilità di quanti sono chiamati ad esercitare funzioni di rappresentanza politico-istituzionale, passando per una rinnovata dedizione alla capacità di ascoltare, studiare, valutare e decidere ed acquisendo sempre come parametro valutativo i limiti della sfera politica e dell’agire pubblico. Certo che, con il contributo dei qualificatissimi relatori che prenderanno parte, il convegno fornirà un prezioso contributo in tale direzione, auguro a tutti buon lavoro e saluto con viva cordialità i presenti”. Mai che Legnini riuscisse a dire una cosa allegra e stimolante. Mai. Sempre triste. E noioso. Strano, tra l’altro, che abbia trovato tempo per stare a Roma, di solito gironzola in tutti i dibattiti e sagre della regione. Avete pensato, anche solo per un attimo che al convegno dal fantastico titolo:”I limiti dell’azione politica” abbiano partecipato solo i succitati protagonisti? Avete fatto male. Special guest della serata è stato Nicola Trifuoggi, ex procuratore della Repubblica oggi in pensione, e, udite udite, i magistrati Giampiero Di Florio e Giuseppe Belelli della procura della repubblica di Pescara. Chi? Come? Perché? Ora Papa Luciano vuol portarsi tutto il pool di magistrati in Regione con lui oppure è in cerca della sua verginità? Dimenticavamo: il convegno ha prodotto questo importantissimo concetto:”Se la politica non produce convenienza pubblica o utilità è un elemento di arredamento che non genera affatto partecipazione, ma il contrario”. Quindi per l’acuto Papa Luciano:”ci vuole il coraggio di usare il potere, soprattutto quando sai che una decisione, se presa, genera diritti ed opportunità”.
ZdO