Arresti domiciliari per i tre commercialisti vicini alla Lega indagati per la compravendita “gonfiata” di un palazzo a Nord di Milano da parte della Lombardia film commission.
La fondazione no profit appartiene alla Regione e al comune lombardo. I tre professionisti sono Alberto Di Rubba, Andrea Manzoni e Michele Scillieri: tutti citati più volte nei vari rivoli delle inchieste sui 49 milioni di euro di fondi pubblici destinati al Carroccio. A Di Rubba, revisore legale del gruppo al Senato, e a Manzoni, direttore amministrativo di quello alla Camera, Giulio Centemero, tesoriere e parlamentare della Lega, ha affidato i conti del partito. Scillieri, invece, ha lo studio in via Privata delle Stelline 1, a Milano, dove ilfattoquotidiano.it ha scoperto che era stata domiciliata la sede fantasma della Lega per Salvini premier, il nuovo partito nazionale creato dall’ex ministro dell’Interno per mandare in pensione quello vecchio. Gli indagati sono accusati a vario titolo di peculato, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
Le origini delle indagini
L’operazione immobiliare da cui è partita l’indagine risale al 14 febbraio del 2017. La società Immobiliare Andromeda compra un immobile a Cormano, nel milanese. L’acquisto viene pagato “anomalamente”, scrivono i finanzieri nelle carte, con quattro assegni che però non saranno mai incassati. Di chi è l’azienda? I titolari sono schermati da una fiduciaria, la Fidirev, che farebbe capo a Scillieri. Il 4 dicembre il capannone viene comprato a sua volta dalla Fondazione Lombardia film commission per 800mila euro. Ma per gli inquirenti ne valeva la metà. Tra il 2015 e il 2018 il presidente della società pubblica, nominato durante il governo di Roberto Maroni, è proprio Di Rubba, mentre Scillieri ne è consulente.
L’ipotesi di truffa
L’ipotesi dei pm è che i tre commercialisti della Lega abbiano messo in piedi “una procedura di scelta del contraente, inserendo, fra i requisiti relativi all’immobile da acquistare, talune ‘specifiche‘ esattamente ritagliate sul capannone nella disponibilità di Scillieri”. Tra le specifiche dell’immobile quello di “essere situato nel comune di Milano ovvero in comuni limitrofi ma nella zona nord cli Milano”. Poi si disponeva che l’immobile dovesse essere “preferibilmente, un edificio autonomo con posti auto e aree di parcheggio“. Tutte caratteristiche che combaciano con il capannone industriale di Cormano. Concluso l’affare, la Film Commission sposta la sua sede nel nuovo edificio, mentre all’Immobiliare Andromeda va il bonifico da 800mila euro. Tutti e tre i commercialisti sono quindi accusati di aver “promosso e organizzato la cooperazione nel reato“, appropriandosi di una parte dei soldi stanziati da Regione Lombardia per la Fondazione “previa pianificazione di una complessa operazione immobiliare”.
Nella vicenda s’inserisce un quinto uomo, Luca Sostegni, mentre “stava scappando in Brasile“. Liquidatore della società Paloschi srl che ha venduto l’immobile ad Andromeda, a Sostegni viene contestata pure l’estorsione: secondo i pm, avrebbe chiesto soldi in cambio del suo silenzio su questa vicenda. L’ipotesi è che i fondi ottenuti da Di Rubba, Manzoni e Scillieri siano finiti proprio lì, in modo simile ai mille rivoli che potrebbero aver inghiottito parte dei 49 milioni di fondi pubblici del Carroccio spariti dai radar.
Le indagini di Bergamo e Genova
L’indagine della procura milanese si affianca a quelle portate avanti in questi mesi dalle procure di Bergamo e Genova, mentre i pm di Roma si sono occupati dei 250mila euro versati dal costruttore Luca Parnasi all’associazione Più Voci del tesoriere Centemero.
“Ne faremo altre mille.. la prossima volta andrà bene, invece di 50 ne prendi 70…”.
Il gip di Milano Giulio Fanales cita questa intercettazione risalente allo scorso 19 maggio per descrivere “l’abitualità” dei tre commercialisti della Lega finiti ai domiciliari ad avere “condotte illecite”. L’obiettivo, secondo l’accusa, quella d’intascarsi i fondi che Regione Lombardia aveva erogato per quell’acquisto.
“Due obiettivi criminali”
Nelle carte si legge che “gli indagati hanno dimostrato la rara abilità di portare a termine l’operazione illecita in modo occulto“, mascherando i membri del gruppo dietro al solo nome di Fabio Barbarossa. In qualità di rappresentante legale della Immobiliare Andromeda, Barbarossa “ha acquistato” l’immobile a Cormano “per poi rivenderlo al doppio del prezzo” alla Film Commission. “Gli indagati – continua il gip – sono riusciti a concentrare in un’unica ‘vicenda traslativa’ il conseguimento di due distinti obiettivi criminali“. Quali? “L’indebita appropriazione del denaro pubblico“, cioè i fondi erogati da Regione Lombardia alla Fondazione per l’acquisto dell’immobile, e “il depauperamento, in frode all’erario, del patrimonio della società originaria” a cui apparteneva il palazzo.
“Ne faremo altre mille… la prossima volta andrà bene, invece di 50 ne prendi 70…”, dice Scillieri all’ex presidente della Film Commission. I due, annota il giudice, “concordano circa la necessità di superare il malcontento serpeggiante fra i sodali in conseguenza dei guadagni rilevatisi minori del previsto”. In un’altra occasione, sempre Scillieri riassume “l’accordo originario” tra i membri del gruppo: “Quando all’inizio abbiamo fatto tutti i conti, nessuno ci perdeva. Quindi la proprietaria (dell’edificio a Cormano, ndr) prendeva la sua parte; quello lì prendeva la sua parte; io prendevo la mia parte e voi prendevate… È andata storta a un certo punto”.