Antonio Esposito, il giudice che condannò Berlusconi: "Se mi capita, gli devo fare un mazzo così"
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La vicenda giudiziaria di Silvio Berlusconi scopre un altro tassello che, questa volta, riguarda proprio quel plotone di esecuzione di cui parlò il giudice, Amedeo Franco, relatore nel giudizio di Cassazione contro l’ex premier. Il nome che viene fuori questa volta è quello di Antonio Esposito, il presidente del collegio di cassazione che nel 2013 condannò Berlusconi in via definitiva.

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“Si tratta di tre testimonianze raccolte dalla difesa di Berlusconi negli anni scorsi con regolari indagini difensive e consegnate a suo tempo alla Corte di Strasburgo, la stessa cui è stato affidato il famoso audio del giudice Amedeo Franco che abbiamo trasmesso la settimana scorsa”. A rivelarlo è Nicola Porro. I tre “lavoravano con diverse mansioni in un hotel di Ischia dove Esposito andò in vacanza più volte, fra il 2007 e il 2010. Dunque, in epoca non sospetta. Anni prima della Cassazione, quando Esposito non sapeva assolutamente che si sarebbe occupato un giorno del Cavaliere. Tutti e tre – lo chef, il cameriere, l’addetto alla spiaggia – spiegano che Esposito definiva Berlusconi una chiavica. E uno dei tre, in particolare, riporta una frase che dovrebbe essere almeno valutata: se mi capita, gli devo fare un mazzo così a Berlusconi”.

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“L’hotel in questione apparteneva a un onorevole di Forza Italia. E a quanto sembra, Esposito ironizzava pesantemente sul partito, con frasi del tipo: ‘Come si fa a stare con questi qua?’. Quell’epiteto, Berlusconi è una chiavica, viene confermato da tutti e tre i testi, nel corso degli interrogatori condotti dai legali di Berlusconi. I testi si sono esposti e potrebbero essere chiamati e interrogati a loro volta a Strasburgo. Se dovesse emergere che hanno affermato il falso, passerebbero guai penali. E quell’espressione sul ‘mazzo così’ da fare a Berlusconi è pronunciata a freddo, in astratto, anni prima del processo.” 

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