Il “Fatto” pubblica le intercettazioni tra Vendola e Archinà e scoppia il caso. Il governatore pugliese, al telefono con il pr della famiglia Riva, racconta di essere scoppiato in lacrime dalle risate quando un giornalista in un servizio su youtube fece domande allo stesso Archinà sui tumori.
Nella presentazione del “Rapporto Sicurezza ed Ambiente 2009” dell’Ilva di Taranto, il proprietario del colosso siderurgico di Taranto Riva, dichiarò al giornalista Luigi Abbate di Blustar, che la questione dei morti di tumore a Taranto era frutto di fantasie e totalmente inventata. Archinà, infastidito dalle domande, strappò il microfono al giornalista. Successivamente a quella intervista, la dirigenza dichiarò che l’Ilva non inquina e che è tutto a norma.
http://www.youtube.com/watch?v=01fXp92lBnI
Al rientro dalla Cina Nichi Vendola visionò il filmato di Abbate e si divertì talmente tanto che volle raccontarlo subito a Girolamo Archinà. Il governatore pugliese, al telefono, raccontò di essere scoppiato in lacrime dalle risate quando Abbate pose le domande sui tumori allo stesso Archinà. Nichi Vendola è tra i 53 indagati dell’inchiesta “Ambiente svenduto”. Secondo la procura di Taranto, il leader di Sinistra ecologia e libertà avrebbe fatto pressioni sul direttore generale dell’Arpa Puglia, Giorgio Assennato, al fine di ammorbidire il giudizio sull’Ilva. Girolamo Archinà, il 27 novembre 2012, finì in carcere. I reati contestati fuorono associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari e omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro. Tra l’altro Archinà è accusato anche di corruzione in atti giudiziari per aver corrotto con una tangente Lorenzo Liberti, ex consulente della procura, che fu incaricato di svolgere perizie sulle emissioni nocive dello stabilimento siderurgico. Molti cronisti locali sarebbero al libro paga di Archinà per evitare domande scomode.
http://www.youtube.com/watch?v=eAMgpUudYs4
Vendola: ”Operazione lurida, sono l’unico che si è battuto per Taranto”
A Repubblica.it, Vendola ha detto che “la telefonata estratta dal suo contesto è un’operazione lurida, un tentativo di linciaggio e di sciacallaggio puro. Io non rido dei tumori – spiega il governatore – perché il cancro ha abitato nella mia vita e nella mia casa. Io sto ridendo per il guizzo felino di Archinà, il quale non sente le domande dei giornalisti ma corre a togliere il microfono o il registratore a un giornalista. Io non sto ridendo dei tumori”. In più, ha aggiunto, ”penso che un’intercettazione decontestualizzata, tirata fuori da un cilindro come un tentativo di dare un fondamento ad un’accusa che secondo me non ha un fondamento, è il tentativo di fare il processo prima, di farlo nelle piazze e di avere una facile condanna”. E proprio nel giorno in cui cominciano a piovere richieste affinché si dimetta, Vendola si dice favorevole alle dimissioni del ministro Anna Maria Cancellieri, a seguito delle intercettazioni con la famiglia Ligresti: “La mia posizione è che quelle telefonate ricostruite dalle cronache giornalistiche confermino un quadro di assoluta inopportunità, cosa per cui il ministro avrebbe fatto bene a rassegnare le dimissioni”.
A Repubblica tv Vendola spiega che la confidenza con Archinà “è legata al fatto che noi stiamo cercando di convincere Ilva a mettere le centraline per il monitoraggio diagnostico” e “mentre faccio questo cerco di difendere centinaia di lavoratori. Per questo c’è confidenza non per altro”. Sull’ipotesi di dimissioni, il governatore chiede di avere “la pazienza di aspettare che possa farmi interrogare da un giudice: non c’è niente, non c’è un atto, un procedimento che non dica che io ho imposto per la prima volta un percorso ambientale all’Ilva. E’ paradossale che si rovesci una verità storica. L’intercettazione decontestualizzata è un tentativo di fare un processo prima nelle piazze e avere una facile condanna”, insiste.
Nel Maggio 2012, alla vigilia delle elezioni amministrative di Taranto, Nichi Vendola, in città per sostenere la sua corsa elettorale, attaccò duramente Angelo Bonelli dei Verdi e candidato sindaco della lista ambientalista: “Un forestiero che non conosce né ama Taranto, un piccolo avvoltoio che cinicamente è venuto qui per costruire la sua fortuna elettorale”.