Le donne con la toga erano pazze di lui. Un po’ perché era il vero potere, un po’ perché era figlio d’arte. “Tu mi abbracciavi, ma poi scappavi via” digita, per esempio, una nota pm antimafia. Quando erano tutti pazzi per Luca Palamara.
Oggi Luca Palamara viene trattato come un appestato anche da quelli che gli chiedevano favori e salti di carriera.
Lui, il pm romano numero uno, frequentava politici di primo piano come Nicola Zingaretti, Marco Minniti e Luca Lotti. Ma anche cantanti, attori (da Antonello Venditti a Raoul Bova), allenatori di calcio (Luciano Spalletti e Claudio Ranieri).
La commemorazione di Rocco Palamara
Tutti stretti intorno a Palamara quel 13 febbraio 2018. Al Viminale si riunisce il gotha delle istituzioni per commemorare suo padre Rocco, morto prematuramente nel 1988, alla vigilia di un bilaterale con gli Stati Uniti. Palamara senior è l’uomo che getta le basi per la cooperazione penale e principale consigliere di Bettino Craxi durante la crisi di Sigonella con il governo americano. Al trentennale della scomparsa partecipano le principali toghe italiane, a partire da Giuseppe Pignatone.
L’elenco dei magistrati
In quell’occasione, come riferisce La Verità, ci fu una file interminabile di togati a rendere omaggio a Palamara. “C’era, ad esempio, l’avvocato generale in Cassazione Francesco Salzano, i procuratori di Bologna e Tivoli Giuseppe Amato e Francesco Menditto, il procuratore aggiunto di Firenze Luca Tescaroli, il capo della Direzione nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, la sua vice Maria Vittoria De Simone, l’ex ministro del governo Monti Filippo Patroni Griffi, i procuratori generali di Ancona e Caltanissetta Sergio Sottani e Lia Sava.
E ancora l’ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati Francesco Minisci, i presidenti dei tribunali di Perugia, Palermo e Castrovillari Mariella Roberti, Salvatore Di Vitale e Natina Praticò (di Area), il magistrato distaccato al ministero degli Esteri Maria Teresa Covatta (ex moglie di Giuseppe Cascini), il gip dell’inchiesta Consip Gaspare Sturzo, i pm Stefano Pizza, Sergio Colaiocco, Francesco Soviero, Stefano Dambruoso, già parlamentare di Scelta civica, Alessia Sinatra e Antonio Saraco (ex componente della giunta dell’Anm).”
Palamara tra il 2014 e il 2018 si sarebbe comportato come un guardaspalle giudiziario del governo Renzi.
Nel mirino di Palamara sarebbe finito il procuratore di Firenze, Giuseppe Creazzo, colpevole di aver fatto arrestare i genitori dell’ex premier e di volersi trasferire a Roma, dove era indagato l’ex braccio destro di Renzi, Luca Lotti. Provò, a quanto pare, a far da mediatore nei rapporti tra il Giglio magico e la procura capitolina durante l’inchiesta Consip. Difese il procuratore di Arezzo, Roberto Rossi, titolare dell’inchiesta su Banca Etruria, e Pier Luigi Boschi, il padre della ex ministra Maria Elena.
La vicenda dell’ex ministro Federica Guidi
Siamo al 31 marzo 2016. L’allora ministro dello Sviluppo economico del governo Renzi, Federica Guidi, si dimette in seguito alla pubblicazione di alcune intercettazioni tra lei e il suo compagno Gianluca Gemelli, interessato a un emendamento del governo. La Guidi non è indagata ma la Procura di Potenza convoca i ministri renziani, tra cui la Boschi. Nel pool dei pm titolari dell’inchiesta c’è Laura Triassi che presenterà una domanda per la poltrona da procuratore capo lasciata libera da Luigi Gay. Stranamente, al Csm qualcuno non ritiene adeguato il curriculum della Triassi e presenta un ricorso al Tar del Lazio che la Triassi vince ben tre anni dopo. E i giudici amministrativi denunciano “omissioni che appaiono incomprensibili, per la rilevanza delle esperienze, e certamente integrano un importante difetto di istruttoria”.
L’intervento del Presidente Mattarella
La Verità scrive che Valerio Fracassi, ex capogruppo al Csm della corrente Area, il 6 marzo apprende la notizia e scrive a Palamara: “Annullamento a favore della Triassi! E sai cosa voglio dire. È necessario che Ermini (David, vicepresidente del Csm, ndr) parli con Mattarella (Sergio, il presidente della Repubblica, ndr)”.
Palamara risponde: “Cose da pazzi. Assolutamente sì”. Per pensare di smuovere il presidente della Repubblica sulla nomina della Triassi doveva esserci qualcosa che i Palamara boys valutarono come molto preoccupante.
Caro Luca ti scrivo…
Il 17 novembre 2017 il pm catanese Andrea Norzi gli scrive: “Caro Luca, io e mia moglie (Anna Trinchillo) dobbiamo avere la terza valutazione di professionalità dal Csm. Siamo stati nominati nel 2004 e l’hanno già avuta quasi tutti i colleghi del nostro concorso. Siccome è quella con l’aumento e siamo in grave difficoltà economica, potresti controllare e farmi sapere quando dovremmo avere la valutazione dal Csm? Grazie mille”.
Tre giorni dopo Palamara lo aggiorna: “Norzi: la commissione ha deliberato il positivo riconoscimento il 13 novembre 2017. Deve andare in plenum. Trinchillo pronta deve andare in commissione”.