A Roma insiste un’altra discarica a cielo aperto di cui, stando alle dichiarazione del sindaco di Roma, Virginia Raggi, l’amministrazione comunale non è a conoscenza. Si tratta del campo rom di Castel Romano.
Decima Malafede
Oltre al campo rom nel cuore della riserva naturale della Valle dell’Aniene, spunta un’altra riserva naturale, quella di Decima Malafede, all’interno del quale c’è un altro campo rom. E proprio come nell’area Valle dell’Aniene al suo interno si è sviluppata un’immensa discarica abusiva molto pericolosa per l’incolumità fisica e per la salute di chi abita vicino.
Rambo
Filippo Roma delle Iene ha incontrato uno dei residenti della zona, soprannominato ‘Rambo’. “Per tutelare il proprio bene e la propria famiglia ti devi sacrificare, anche perché le istituzioni dal 2005 alla data di oggi, con l’incendio sono stati assenti tutti” riferisce l’uomo. Il suo vero nome è Luigi, un ex poliziotto condannato per il blitz alla scuola Pascoli durante il G8 di Genova. Oggi è in pensione e combatte la sua guerra quotidiana contro il degrado e i roghi tossici delle discariche abusive.
Il Comune di Roma, infatti, ha permesso la nascita di un campo rom autorizzato per circa 1.000 abitanti, tra moduli abitativi e container provvisori.
“Vivo qui a Castel Romano dal 2003”, racconta Luigi, “prima che l’ideatore comunale s’inventava un campo nomadi all’interno della riserva naturale Decima Malafede”. A poco meno di 300 metri ci sono le roulottes del campo nomadi: “Ci sono incendi tossici, l’ultimo è stato ieri sera, sono anche intervenuti i Vigili del fuoco. Ma si ripete tutti i giorni, sono loro che non hanno orari, di giorno, di notte, si sente scaricare, ho fatto anche delle riprese, si vede che dai furgoni buttano giù roba a non finire. Buttano giù materassi, scarti di armadi, qualche anno fa sono andati lì e per terra c’era eternit, oltre mille macchine bruciate che più volte le hanno portate via… Sono macchine provenienti dall’hinterland laziale, le macchine vengono spogliate con il tempo e con comodità visto che il comportamento loro non è controllato… O rubi una macchina per fare una rapina o rubi una macchina perché ci devi commerciare con i pezzi, con calma smontano quello che gli serve..”.
Ma perché tutti questi roghi?
“Bruciano le auto perché spariscono le loro impronte digitali”, dice ancora Luigi. “È difficile, chiunque esso sia di rilevare tracce e a vedere la provenienza di queste macchine, quindi c’è una commercializzazione dei pezzi di autovetture rubate. Alcuni rom sono specializzati in furto d’auto e in commerci di pezzi di autovetture… non era difficile prevenire questo, non parliamo di un campo dove ci sono tremila ingressi, cioè l’ingresso è unico, si poteva prevenire…”.
Le auto rubate
Dunque, il campo rom di Castel Romano sarebbe un centro di raccolta di auto rubate per poi essere smontate pezzo pezzo. “A parte le macchine, gli altri portano all’interno del campo materassi, armadi, poltrone, e li bruciano, perché dopo non c’è più spazio per buttare, perché non è una discarica autorizzata, è illegale”, continua ‘Rambo’. “Fanno spazio per altri rifiuti. Guarda, tutto il campo è una discarica, non c’è uno spazio che è pulito, io sono umano come loro perché io mantengo pulito e loro devono zozzare quello che non è loro”.
Il fuoco ha più volte minacciato la proprietà di Luigi.
“Qualche anno fa – racconta – mi è arrivato all’interno del terreno, mi sono dovuto attrezzare da solo, guardi con il trattore mille litri d’acqua, gruppo elettrogeno e pompa per spegnere gli incendi. Io mi difendo con questo, me la sono dovuta creare perché le istituzioni mi hanno abbandonato”.
E non è finita.
Luigi ha anche avuto degli incontri spiacevoli con i rom: “Abbiamo avuto discussioni, mi hanno anche tirato sassi, ma non ho mai fatto denunce. Dal momento in cui negli anni con più di mille macchine bruciate nessuno è mai intervenuto, che cosa vado a fare denuncia io? M’è capitato di arrivare alle mani con qualcuno. Appartiene al campo nomadi, si era portata via gli occhiali e una macchinetta fotografica, siamo dovuti arrivare alle mani perché non me li voleva dare, l’ha presa lui ma ho preso pure io un cazzotto però purtroppo succede, eh beh le ho prese e le ho date”. E poi aggiunge: “Ieri sera c’è stato un incendio forte, tremendo. La mia preoccupazione sa qual è? È che se il fuoco va a finire nella vallata non lo ferma più nessuno…”.
Filippo Roma e Luigi raggiungono la parte del campo che è a tutti gli effetti una vera e propria fogna a cielo aperto. Al campo, infatti, non esistono fogne e così che si è creato una sorta di laghetto. “Il mio pensiero sai a chi va? A chi ha l’incarico delle istituzioni, che fa carriera, prende stipendi, e non sa che qui accade questo” spiega ancora Luigi.
Una residente dice che i rifiuti “Ce li portano gli italiani”.
“Questa è una discarica al 100%”, spiega un altro occupante del campo, “perché se il comune magari aveva assunto delle persone qui al campo per farli lavorare, per dargli una mano, non vedevano questi problemi”. E sull’enorme mole di rifiuti di ogni tipo abbandonati nell’area spiega: “Loro fanno i traslochi, hanno lasciato il numero e dici: guarda mi fai un trasloco ti do 50 euro, lui non va a scaricare fuori, scarica qua, che cos’è buono prendo io, prende lei o qualcuno che serve per la casa. Il resto che non è buono lui mette là poi arriva quel deficiente, che magari noi stiamo cercando di beccarlo chi brucia e poi vedremo. Italiani vedi hanno scaricato questo per esempio l’altro giorno qua, c’hanno detto possiamo scaricare i tubi? Siccome a noi i tubi ci servono per fare nuove fogne, nuove cose gli abbiamo detto si scarica lì”.
Un altro rom spiega che “a scaricare i rifiuti abusivamente sarebbero alcuni svuota cantine che, in accordo con i residenti del campo, svuoterebbero i loro furgoni all’interno dell’accampamento”. Un altro occupante si lascia scappare una mezza frase molto significativa del clima che c’è in quel campo: “Se parli qua ci ammazzano tutti quanti, meglio non sapere…”.
Arrivano, intanto, i Vigili del fuoco per domare un incendio.
Un uomo intima alla troupe di spegnere la telecamera: “Perché non spegne? Perché non spegne?”, chiede indicando il cameraman. “Avete già corso una volta… lascia perdere. Oh spegni carissimo spegni. Mettila là, non capisci? Metti la camera di là. Perché deve registrare a noi? C’è su Facebook che hai corso tutto il campo nomadi che hai corso, vuoi correre di nuovo?”. L’uomo fa riferimento all’aggressione subìta due settimane fa all’interno del campo rom del Foro Italico.
La proroga del Comune
“È una discarica abusiva dentro un campo rom che è dentro una riserva naturale della regione Lazio che ogni 5 anni dà una proroga per autorizzare questo scempio, scempio che secondo quanto previsto dalla giunta Raggi dovrebbe terminare nel novembre 2021 ma a oggi non si è mossa una foglia”. A spiegarlo è Stefano Erbaggi, di Fratelli d’Italia.
Dieci anni fa il primo esposto
“Sono stato 35 anni in polizia e sono deluso, più che la disonestà di qualche nomade c’è la disonestà anche delle istituzioni” sottolinea Luigi. “Il primo esposto l’ho fatto nel 2009 al comune, al prefetto e non è successo nulla, non è mai venuta un’anima viva. Dopo ho fatto anche un esposto a Roma Natura, competente della riserva naturale di Decima Malafede, perché loro hanno l’esclusiva della riserva. Non è successo nulla e però hanno continuato a bruciare macchine”. E proprio Roma natura è l’ente regionale che dovrebbe controllare le aree naturali protette del Lazio.
Raggi: “Non ne so nulla della discarica”
Del campo rom del Foro Italico e la discarica totalmente abusiva Virginia Raggi non ne sapeva nulla. E su quella di Castel Romano il sindaco dice alle Iene: “datemi le immagini, datemi tutto. Non è mia la riserva di decima… è Comune di Roma sì ma la proprietà non è nostra… ho segnalazioni ovunque… dove ho segnalazioni vado, purtroppo le discariche queste abusive sono tante e come ha visto ne stiamo smantellando tante… poi se vuole le do l’elenco di tutte quelle che sto smantellando e sulle quali voi non mi avete dato segnalazioni, se mi date segnalazioni sono ben contenta… se lei mi manda le foto come ha fatto l’altra volta noi interveniamo grazie.”