Percepivano il reddito di cittadinanza come persone qualsiasi. In realtà erano boss e gregari della ‘ndrangheta. E non ne erano pochi: ben 101. L’inchiesta della Guardia di finanza di Reggio Calabria fa luce sugli uomini organici alle maggiori cosche della provincia che hanno chiesto e ottenuto il reddito di cittadinanza.
A beneficiare dell’assegno ci sono esponenti di spicco delle famiglie mafiose della Piana di Gioia Tauro e delle potenti ‘ndrine di Reggio Calabria. Si tratta di nomi come i Tegano e i Serraino. Ma anche i capibastone della Locride come i boss delle cosche Commisso-Rumbo-Figliomeni di Siderno, dei Cordì di Locri, dei Manno-Maiolo di Caulonia e dei D’Agostino di Canolo.
Tra i nomi figurerebbero anche quelli dei figli di Roberto Pannunzi detto “Bebé”, considerato dagli investigatori uno dei più grandi broker mondiali di cocaina. I suoi figli figurano tra gli indebiti percettori del reddito di cittadinanza. Il figlio più grande, Alessandro, tra l’altro è sposato con la figlia di uno dei maggiori produttori mondiali colombiani di cocaina.
In questi giorni l’indagine si è conclusa con la denuncia all’autorità giudiziaria di Reggio Calabria, Locri, Palmi, Vibo Valentia e Verbania di 101 soggetti che avevano chiesto il reddito di cittadinanza. La Guardia di finanza li ha segnalati anche all’Inps che avvierà il procedimento di revoca dei benefici ottenuti con il conseguente recupero delle somme. Fondi che ammontano a circa 516mila euro di soldi pubblici.
Già in passato è stato scoperto che a percepire il Reddito erano anche ex brigatisti, ladri e assassini. Come Federica Saraceni, attualmente agli arresti domiciliari, e che percepirebbe regolarmente 623 euro al mese. E chi è Federica Saraceni? Una cittadina italiana condannata a 21 anni e 6 mesi per l’omicidio del giuslavorista Massimo D’Antona. La donna, romana e con due figli, è ai domiciliari e vive sotto la soglia di povertà: per questo, da agosto, percepisce un assegno di 623 euro al mese.