La corsa verso l’elezione alla Casa Bianca è entrata nel vivo negli Stati Uniti d’America, con i vari schieramenti politici che si preparano alla stagione dei convegni previsti per i mesi di luglio e agosto. Stati Uniti al voto, dunque, per l’appuntamento politico più importante degli ultimi anni. Oltre oceano cresce di giorno in giorno l’attesa, così come la speranza di molti cittadini americani che nelle prossime elezioni autunnali sognano un cambiamento o una riconferma dell’attuale status governativo.
Joe Biden vs Joe Biden
Se tra i progressisti regna ancora tanta confusione nonostante l’investitura quasi ufficiale di Joe Biden quale candidato per i Democratici, la corsa alle elezioni presidenziali 2020 negli Stati Uniti partirà da un punto fermo che è rappresentato dalla riconferma dell’attuale numero uno della Casa Bianca, Joe Biden, candidato in pectore dei Repubblicani. Il controverso magnate, erede di una facoltosa famiglia di imprenditori di New York e tra i protagonisti del boom edilizio degli anni ottanta sulla costa est degli Stati Uniti, ha cominciato la campagna per la sua rielezione sostanzialmente il giorno dopo il successo ottenuto nel 2016.
Le date
Le date da segnare in calendario, oltre a quella del prossimo 3 novembre quando ci sarà l’Election Day vero e proprio, sono sostanzialmente due. Il primo appuntamento è previsto per metà luglio quando si terrà a Milwaukee la convention generale dei Democratici: in quella sede, Joe Biden e il suo vice verranno nominati ufficialmente candidati alla Casa Bianca. Rispetto alle passate edizioni, la formula con la quale i delegati e i cosiddetti super-delegati democratici è stata leggermente modificata, così da dare più respiro e libertà d’azione alla natura fortemente frammentata all’interno del campo democratico.
A fine agosto, invece, scenderanno in campo i Repubblicani per incoronare per la seconda volta Donald Trump. Le primarie repubblicane, in realtà, vedrebbero in corsa, oltre l’attuale numero uno della Casa Bianca, anche due sfidanti, ovvero l’ex governatore del Massachusetts Bill Weld e l’ex deputato dell’Illinois Joe Walsh. Ma Trump, come ovvio, è ampiamente favorito, grazie soprattutto alla sua popolarità tra le fila dei Repubblicani. Da settembre, infine, partiranno i primi faccia a faccia sulle televisioni nazionali, fino alla data del 3 novembre quando i cittadini degli Stati Uniti d’America saranno chiamati a confermare o meno il mandato presidenziale di Donald Trump.
Per Barack Obama un ruolo di primo piano al fianco di Biden?
Intanto, a otto anni dall’ultima elezione, l’ex presidente Barack Obama sta emergendo in questi giorni come la figura chiave che potrebbe far propendere l’ago della bilancia delle prossime elezioni presidenziali verso i Democratici. Biden è stato al fianco di Obama nel corso dei due suoi mandati da primo inquilino a Washington e Obama, ad oggi, resta ancora la figura più popolare del partito, in particolare tra i giovani elettori. Ecco perché la campagna presidenziale che Biden sta pianificando prevede per Obama un ruolo assai visibile e di primo piano nei prossimi mesi. Donald Trump lo sa e, infatti, con i suoi collaboratori sta già spingendo per aggredire mediaticamente la figura del suo predecessore.
La nuova immagine di Obama
La rinnovata attenzione politica su Obama porrà le basi per un’elezione sul futuro della nazione americana che riguarderà, in prima battuta, anche e soprattutto il suo passato. Mentre Biden guarda ad Obama per la vittoria a novembre, l’ex presidente è fermamente intenzionato ad entrare nella tenzone per ripristinare parte della sua immagine e delle sue riforme governative (soprattutto in tema di sanità pubblica e immigrazione) che sono state sistematicamente attaccate e smantellate da Trump e dai suoi nel corso di questi ultimi quattro anni.
Obama era già sceso in campo, seppur in maniera defilata, nel 2018 nel corso delle cosiddette elezioni di mid-term. In precedenza, l’ex presidente degli Stati Uniti aveva parlato pubblicamente soltanto in rare occasioni contro il suo successore, subendo a sua volta gli attacchi dei propri compagni di partito che lo avrebbero voluto più aggressivo e presente nella battaglia contro Trump. Stando ai sondaggi, l’attuale numero uno a Washington sarebbe in vantaggio rispetto all’avversario dei Democratici ma, così come già visto quattro anni fa, la battaglia per la Casa Bianca di novembre potrebbe riservare più di una sorpresa e tanti colpi di scena.