Migliaia sono stati i cittadini multati fino ad oggi per non aver rispettato le disposizioni del Governo durante la pandemia di Covid. Ma sono tanti gli avvocati che sono scesi in campo
Al 10 maggio la polizia ha controllato quasi 150mila persone sanzionandone 2.154 e denunciandone 23 per falsa attestazione e dichiarazione. Da lunedì 4 maggio è scattata la Fase 2: tutto è rimasto come prima ma in molti sono potuti tornare a lavoro e a fare visita ai parenti.
Si può fare ricorso per le multe?
Sì, è possibile fare ricorso ma solamente andando dal Prefetto e non al giudice di pace. Bisogna, però, presentare il ricorso solo se si hanno reali e concreti elementi a favore. Insomma, se non si è stati fermati a un chilometro e oltre da casa.
La distanza da casa
Una distanza ufficiale da casa non è mai stata indicata dalle autorità centrali. Gli enti hanno però sempre invitato a limitare lo spostamento fine a se stesso attorno all’isolato per evitare il contagio da Covid. In Lombardia, per fare un esempio, durante la Fase 1 si poteva correre per strada “nelle immediate vicinanze della propria abitazione e comunque a una distanza non superiore a 200 metri dalla stessa”.
Come sottolineato per l’Unc dall’avvocato Valentina Greco a il Giornale, dal momento che non esiste di fatto una distanza precisa, la decisione è a discrezione del Prefetto. Ma una lontananza sopra il mezzo chilometri è assai difficilmente “difendibile”, mentre una di trecento metri potrebbe scagionare il soggetto multato.
La panchina per il riposo
Ci sono casi da tenere in considerazione. Se una persona è uscita di casa per una ragione lecita e a molta distanza da casa e si è seduta su una panchina per riposarsi un attimo, beccandosi la multa, il ricorso dovrebbe andare a buon fine. Il ricorso solitamente si dovrebbe fare entro i trenta giorni, ma causa coronavirus la scadenza è stata allungata di 150 giorni, fino a 180.
Se qualora si facesse ricorso al Prefetto e si perdesse la sanzione viene automaticamente raddoppiata.