A fine gennaio il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dopo avere dichiarato l’emergenza sanitaria nazionale, ha cercato approvvigionamenti di materiale sanitario utile a proteggersi dal coronavirus. A Palazzo Chigi sono arrivate mascherine, guanti, camici e bombole di ossigeno. Il punto, però, è che il premier non ha pensato agli italiani visto che mascherine e guanti per Palazzo Chigi c’erano e per gli italiani no.
Palazzo Chigi e i quintali di materiale
Come precisa Il Tempo, a febbraio, circa due settimane prima che il governo chiedesse a Consip di assicurare il materiale per gli italiani, Palazzo Chigi già vantava quintali di dispositivi di protezione per Conte e i suoi collaboratori. “Mentre tutta Italia impazziva a cercare le mascherine che non c’erano in alcuna farmacia e mentre gli ospedali e le case di cura non riuscivano a proteggere medici e infermieri, la presidenza del Consiglio ha messo da parte veri e propri arsenali con cui resistere nel bunker anche per lunghi mesi.“
Il 26 febbraio scorso un’azienda veneta conferma la disponibilità del materiale con consegna entro cinque giorni. La trattativa è diretta: “500 mascherine APVR FFP3”, al prezzo di 7,98 euro cadauna, consegnate secondo programma da un’azienda veneta, la Kit ufficio di Scorzè (Ve).
Contestualmente vengono assicurate per Conte & c anche 10 mila mascherine chirurgiche a 0,20 euro l’una. L’azienda è la Mediberg di Calcinate. Quindi ai primi di marzo palazzo Chigi aveva già le prime protezioni necessarie. Solo dopo il premier si è ricordato degli italiani, chiedendo a Consip di fare una gara che è stata disastrosa, visto che una serie di lotti sono stati revocati. A confermarlo proprio Domenico Arcuri, commissario agli approvvigionamenti sanitari: la metà dei quantitativi ordinati arriverà quando il coronavirus se ne sarà andato dall’Italia.
I medici in corsia senza protezioni
Così mentre Conte e il suo staff era al sicuro, medici e infermieri stavano in corsia a infettarsi per salvare vite. “La bergamasca Mediberg – spiega Franco Bechis – nell’ultima settimana di marzo ha integrato l’ordine già eseguito a inizio mese con ulteriori 32.400 mascherine chirurgiche sempre al prezzo di 0,20 euro l’una. Sempre la stessa azienda a metà marzo per altro aveva consegnato a palazzo Chigi altre 1.800 mascherine chirurgiche da 0,20 e pure 900 ‘camici visitatore non chirurgico’ al prezzo di 0,80 euro l’uno. Il 10 marzo sono arrivati invece da un’azienda del foggiano – la Cerichem Biopharm di Cerignola – 270 taniche da cinque litri l’una di gel disinfettante al prezzo di 16,50 euro per tanica, e al prezzo di 3 euro l’uno altri 50 ‘flaconi di sapone antibatterico da 500 ml con dosatore’ e 130 ‘flaconi di gel disinfettante da 500 ml con dosatore’.
Il 3 marzo invece a Palazzo Chigi una ditta di Pomezia, la Cipriani Utensiltecnica, ha consegnato 310 confezioni da 100 pezzi l’una di ‘guanti monouso in nitrile’ per un prezzo complessivo di 1.500 euro. Anche le mani del premier e dei suoi così erano protette. Pochi giorno dopo un’altra ditta, la Alse medica di Roma, ha consegnato 330 ‘camici in TNT idrorepellente con rinforzo’ al prezzo di 1.120 euro complessivi. Il primo aprile è arrivato da altri due fornitori non meglio specificato ‘materiale sanitario’ per un totale di 7 mila euro.”
L’ufficio di Conte
All’ufficio medico di Conte sono arrivate “4 bombole da litri 14, più n.7 bombole da litri 2 per fornitura di ossigeno terapia”. E poi 9 mila euro extra di farmaci. Un ulteriore “frigorifero per la conservazione di farmaci e vaccini”. Comperati pure “n.2 defibrillatori semiautomatici DAE”, che hanno reso necessaria la stipula di un contratto con la Stryker Italia srl per la loro manutenzione (per 1.300 euro più Iva). Contratto analogo stipulato con la Mortara Instruments per la manutenzione di “n. 1 elettrocardiografo Mortara Eli 230 e n.1 elettrocardiografo modello Cardiette AR 2100 ADV per garantire il funzionamento ordinario dell’attività del servizio di primo soccorso”.