Il presidente Chiodi proprio non riesce a trattenersi dall’evidenziare la faziosità della rete abruzzese e, come spesso accade, in alcune conferenze stampa, l’uomo più pacato del mondo, sbotta. E, di certo, non le manda a dire.
Il presidente Chiodi proprio non riesce a trattenersi dall’evidenziare la faziosità della rete abruzzese e, come spesso accade, in alcune conferenze stampa, l’uomo più pacato del mondo, sbotta. E di certo non le manda a dire. La lotta è tutta politica e la vicenda, di cui ci occupiamo da tempo, merita di essere seguita.
Lo scenario è stato la conferenza stampa di venerdì scorso a Pescara in cui si si è parlato di fondi comunitari che la Regione Abruzzo distribuirà. Alla fine Chiodi, come racconta Abruzzoweb, ha tuonato contro l’emittente:«Le tv che poi non mandano i servizi non vengano alle conferenze stampa. Non ha senso! È il caso di Rete 8, partecipa a tutti gli incontri con la stampa poi se le notizie sono buone non le manda, se sono negative sì». Attimi di sussulto in sala, mura e pareti che, comunque, hanno retto bene alle dichiarazioni del governatore. D’altronde, rispetto alla conferenza stampa “ad aziendam” organizzata lo scorso anno appositamente per contestare la stessa Rete 8 con, in aggiunta, il quotidiano “Il Centro”, le parole di venerdì suonano più come dei complimenti. All’epoca Chiodi rifiutò di accettare la comunicazione politica riportata dalle due testate e decise di presentarsi ai giornalisti con tanto di “dossier” relativo alla sua buona politica regionale.
«Non c’è trippa per gatti niente ci condiziona, andiamo avanti spediti per la nostra strada. Si è abbastanza informati sui fatti per non capire». Dunque Chiodi se da un lato appare molto chiaro e diretto dall’altra lascia intendere alcune cose che solo gli addetti ai lavori “decriptano”.
Rete 8 e il conflitto d’interesse
Rete 8 è di proprietà di Luigi Pierangeli, imprenditore privato della sanità nonché presidente dell’Aiop Abruzzo, l’Associazione italiana ospedalità privata. L’associazione è portatrice d’interessi di “500 Case di cura operanti su tutto il territorio nazionale con oltre 53.000 posti letto di cui 45.000 accreditati con il Servizio sanitario nazionale, 26 centri di riabilitazione con 2.000 posti letto di cui 1.800 accreditati e 41 RSA con 2.800 posti letto tutti accreditati”. L’emittente per anni riferimento dell’informazione abruzzese, ha massacrato politici “nemici” e accarezzato politici amici. Tanto per non andare lontano con gli anni, basta rivedere il trattamento che all’epoca fu riservato a Ottaviano Del Turco quando era presidente della Regione Abruzzo. Tralasciando il merito della sentenza che lo ha condannato in primo grado, Ottaviano Del Turco, per tutto il periodo della sua presidenza, fu completamente oscurato dalla rete e, di sue interviste, ne sono state mandate in onda pochissime e tutte risalenti al primo periodo dell’era Del Turco.
Il lobbista Angelini
Le cliniche private hanno sempre fatto, come è giusto che sia, i propri interessi. Vincenzo Angelini, grande accusatore di Del Turco nonché ex patron di Villa Pini, è sempre stato un imprenditore spregiudicato.«Non si fa problemi se si tratta di oliare funzionari e politici. Ad esempio, finanzia nel 2004 con 100mila euro l’allora governatore Giovanni Pace. Per il tribunale di Appello de L’Aquila una tangente. Paga anche per avere favori sulla cartolarizzazione del debito che la giunta Pace (che precede Del Turco) idea per ripianare il buco della sanità. Non è un caso allora se da questo sistema Angelini guadagna più di tutti. Ma fino al 2005 nessuno si lamenta. Quello è l’anno dell’elezione di Del Turco» racconta Roberto Rossi giornalista dell’Unità che più volte si è occupato della questione sanitaria in Abruzzo. Poi aggiunge:«Per anni la Sanità in Abruzzo ha rappresentato una fonte di guadagno per pochi grandi imprenditori. Angelini, titolare di Villa Pini, era il principale, non certo l’unico. Fra gli altri, Luigi Pierangeli, titolare di una tv locale (Rete 8) e presidente dell’Aiop, la potente associazione che rappresenta proprio le case di cura. La Regione, prima dell’arrivo di Del Turco, aveva 22 presidi ospedalieri pubblici e 13 privati per una popolazione di appena 1 milione e 300mila abitanti e una percentuale di ospedalizzazione che era la più alta d’Italia». Con i tagli effettuati dalla giunta Del Turco Angelini è più povero: 50milioni di euro grazie ai piani di rientro e tagli alla spesa dell’amministrazione di centro-sinistra. Al tavolo regionale del 23 marzo del 2007, scoppia la rissa tra socialisti e democratici di sinistra. I Ds vengono accusati:«di essersi rimangiate le decisioni già prese perché esistono sospetti di sudditanza ai potentati della sanità privata». Quella sera si parlava di 30 milioni di euro in meno ai privati di cui 18 milioni sottratti al solo Angelini e 5 e 4 rispettivamente in meno per Pierangeli e Spatocco. Di Stanislao, direttore dell’ASR, indicava comportamenti diversi tra le cliniche: molti più ricoveri inappropriati per Pierangeli e Spatocco (e quindi più tagli), molti meno per Angelini (meno tagli). Proprio Pierangeli, nella sua deposizione al processo Del Turco il 30 aprile 2013 ha dichiarato:«i tagli sono stati fatti in maniera non corretta (giunta Del Turco ndr) tra le varie cliniche private in quanto a Villa Pini, all’epoca di proprietà di Vincenzo Maria Angelini, principale accusatore di Ottaviano Del Turco, sono state conteggiate anche le prestazioni non remunerabili».