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Questo è un paese vuoto. Un paese affollato di decerebrati completamente svuotati della pur minima sensibilità umana. Anime che starebbero bene all’inferno ma che non si capisce il motivo per il quale siano ancora in giro.  

Questo è un paese vuoto. Un paese affollato di decerebrati completamente svuotati della pur minima sensibilità umana. Anime che starebbero bene all’inferno ma che non si capisce il motivo per il quale siano ancora in giro. Forse un patto con il diavolo permette loro di girare indisturbati sulla terra e cibarsi di ‘carogne’ dei propri simili. Proprio come quei giornalisti che, il giorno della tragedia che ha colpito la famiglia Di Giacomo, erano lì a Villa Cipressi a chiedere ai vicini cosa avevano provato in quei tragici momenti. Ancora una volta vergogna.

I 4 morti non destano sgomento, tristezza o pena al mondo dell’informazione. E ci mancherebbe. Politici e giornalisti non sono altro che lo specchio di un paese che sta andando verso la collisione con il corpo celeste che per tanti anni ha tenuto ostaggio i piccoli cervelli di intere generazioni: l’asteroide capitalismo. Bisogna avere tutto e subito: denaro, informazione, potere. Il resto è noia, superficialità. tutto questo basta per assicurare libertà, ma non si sa da cosa.

Gli anni dell’illusione hanno prodotto un umanoide con al posto del cervello miliardi di vermi. Oggi si piange perché il copione lo prevede, domani si ride perché, lo stesso copione, lo prevede. Ieri sono stati a migliaia sui social network a strapparsi capelli e vesti per il tragico incidente di Villa Cipressi. Oggi sempre a migliaia a festeggiare in riva al mare con i fuochi pirotecnici per la festa di Sant’Andrea a Pescara. Cosa ha pensato il sindaco in quel momento, mentre i fuochi illuminavano la sua città e centinaia di coglioni, seduti in spiaggia, si stupivano di quel ‘porno’ che andava in onda? Avrà avuto pure lui un sobbalzo, un sentimento, un’idea per lo schifoso spettacolo consumatosi lunedì sera all’ombra del ponte del mare? E gli altri politici perché in silenzio senza proferire parola? Forse per non scontentare quella parte degli elettori che nella festa ci credono fino in fondo tale da passare anche sui cadaveri pur di non fermare i festeggiamenti? Chissà. 

Io che non devo essere votato da nessuno perché sulle poltrone ci ho sputato non appena sono nato, posso dire con grande orgoglio quello che penso rappresentando, tra l’altro, l’idea di tante persone. A poco sono serviti i volantini distribuiti dal popolo ‘pro-fuochi’ per spiegare le ragioni dello ‘Show Must Go On’ ma in tanti hanno fischiato quella scelta. I promotori della ‘festa a tutti i costi’ addirittura sono riusciti a fare di meglio colpendo la famiglia Di Giacomo al cuore quando Mimmo Grosso, dell’associazione armatori, ha dichiarato: «Saranno in onore dei Di Giacomo». Pronta la risposta dei famigliari:«Questa dedica ha il sapore di una strumentalizzazione. Non è un onore per noi che venga utilizzato il nostro nome per pubblicizzare l’appuntamento e l’onore dei Di Giacomo è comunque indiscusso. Ognuno è libero di scegliere. Si poteva decidere di non sparare, e l’avremmo apprezzato. Ma va bene così». Mi chiedo, il minuto di silenzio prima degli ‘spari’ sono serviti per lavare la coscienza di qualcuno? Basta veramente così poco? Riccardo Chiavaroli, tra i pochi politici degni di rappresentare un popolo, è stato diretto:«Dopo la tragedia mi sento di invitare gli organizzatori a valutare l’ipotesi di annullare lo spettacolo». Come lui anche il Movimento Cinque Stelle ha criticato la scelta fortemente voluta da padre Costante Baron che ha parlato di rispetto per le vittime. Perché qualcuno non dice che questa porcata non poteva essere sospesa per via dei quattrini spesi per la realizzazione dei fuochi? Magari Matteo Moreschini, rappresentante legale della Brothers Allevi Fireworks show di Città Sant’Angelo, potrebbe dirci quanto hanno incassato per gli spari di Sant’Andrea. Magari.

Non ancora sono in grado di capire chi abbia agito in maniera più vergognosa su questa se politici e promotori della festa da una parte o giornalisti dall’altra. Appena l’esplosione a Villa Cipressi, il ‘giornalismo che conta’ e che prende ordini dai partiti, era sul posto. Fiumi di personaggi della televisione pubblica legati a doppio e triplo filo con la politica grazie al quale hanno ottenuto posti senza concorsi, hanno invaso la vallata della tragedia. Collegamenti in diretta, servizi, Rvm, interviste a residenti ancora scioccati. “Signora, lei ha sentito il botto?”. Oppure “Che cosa ha provato quando ha saputo della disgrazia?”. L’Ordine dei Giornalisti, che si finanzia con i soldi degli associati, dov’era quando, per l’ennesima volta, i cosiddetti professionisti dell’informazione facevano carne da macello sull’ennesima disgrazia? E soprattutto dov’è in questo momento, quando, una famiglia trincerata in quattro mura per il dolore delle perdite sono costrette a scrivere questo:«In riferimento ai funerali delle vittime di Villa Cipressi che si terranno Giovedì p.v. alle ore 17.00 presso la Chiesa S. Agostino in Marina di Città S. Angelo, per precisa richiesta da parte dei parenti delle vittime, SI INVITA a non effettuare riprese e/o fotografie di alcun tipo all’interno dell’area predisposta al rito. Si invita altresì a non richiedere interviste prima, durante e dopo la funzione. Le SS.VV. saranno comunque accettate nell’area, purché nel rispetto del luogo sacro e della funzione che ivi sarà celebrata. I parenti saranno disponibili durante la prossima settimana per eventuali domande o dichiarazioni. Si ringrazia anticipatamente per la sensibilità e la professionalità e si invita a dare ampia comunicazione alla presente. Auguriamo un buon lavoro e salutiamo cordialmente. Per conto dei parenti delle vittime di Villa Cipressi, Giuseppe Pizzuto». 

Anno 2013, anno del diavolo che si nasconde in un prete, in un’associazione e tra i giornalisti.

 

di Antonio Del Furbo

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